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Minarelli, storia e innovazione

04/05/2021

Mariano Roman, amministratore delegato di Fantic Motor insieme a Vittorino Filippas, direttore generale di Motori Minarelli

Da Calderara di Reno al Giappone, e ritorno. C’è un vero e proprio giro del mondo, oltre ai giri in pista dei suoi bolidi, nella storia settantennale di Motori Minarelli, lo storico marchio bolognese delle due ruote già leader europeo nella produzione di alimentazioni per motocicli, acquistato prima da Yamaha e rilevato poi, pochi mesi fa, da Fantic Motor, a sua volta costola di VeNetWork. A parlare di questa sinergia è il dg di MM, Vittorino Filippas, con l’ad di Fantic, Mariano Roman.

Iniziamo dal passato, che è glorioso sia nel vostro caso che in quello del vostro acquirente. “La Minarelli nasce nel ‘51 col nome di Fabbrica Bolognese Motocicli e ben prima dell’acquisizione da parte di Yamaha nel 2002, dopo la quale espanse la sua gamma di motori dai 50cc ai 660cc di cilindrata, era divenuta il primo produttore europeo nel suo settore. Fantic Motor, invece, fu fondata nel ‘68 come costruttore di moto e, montando quasi sempre alimentazioni Minarelli, si laureò per tre volte campione iridata di Trial e vinse diverse competizioni nazionali e continentali, prima di un appannamento sportivo e industriale che terminò, nel 2014, con il suo passaggio in VeNetWork”.

Il presente, invece, per entrambe le aziende comincia da quando vi siete ritrovati. “Comincia per la precisione nel 2019, quando Fantic si accorda con Yamaha per la fornitura di componenti per moto da cross e da enduro e, dopo un nuovo filotto di vittorie in pista, apprende della volontà del gruppo giapponese di cedere la Motori Minarelli. Proprio quando Fantic sentiva il bisogno di un partner con una forza lavoro preparata in campo ciclistico e motociclistico, visto anche il suo ingresso, nel 2015, nel mercato delle biciclette elettriche, e spazi di produzione propri”.


Leggi l'intervista integrale su Il Resto del Carlino

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