Nell’ambito della sesta
edizione di Resilienze Festival, a Bologna, Alce
Nero
presenta il suo primo Bilancio di Sostenibilità, documento che descrive non solo i principali impatti
economici, sociali ed ambientali dell’azienda, ma anche le peculiarità del suo
modello imprenditoriale, da sempre improntato a uno sviluppo sostenibile.
L’evento, dal titolo Biologico è sostenibile?, vede
la partecipazione di Arturo Santini, Presidente di Alce Nero, Erika
Marrone, Direttrice
Qualità, Ricerca & Sviluppo, Filiere Alce Nero, Massimo Monti, Amministratore
Delegato dell’azienda e Giovanni Dinelli, Professore
ordinario del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari
all’Università degli Studi di Bologna. A moderare, Tommaso Perrone, Direttore
di LifeGate.
Perché questo importante documento risultasse
confrontabile e consultabile da tutti, Alce Nero ha scelto di redigere
il report seguendo regole riconosciute dello standard GRI. Per la sua realizzazione
è stata fondamentale la collaborazione con tutti i settori, dalle Direzioni
alle Funzioni aziendali Qualità, Marketing, Vendite, Logistica, Acquisti e
Risorse Umane.
Dal 1978, anno della sua fondazione, Alce Nero
reputa imprescindibile operare in modo sostenibile su tutti i fronti,
considerando contemporaneamente la dimensione economica, quella sociale e
quella ambientale ed il loro reciproco equilibrio. Questo è ancor più valido
oggi, alla luce degli effetti del cambiamento climatico e dell’attuale contesto
emergenziale internazionale, che vede imperversare la guerra in Ucraina,
conflitto che sta generando gravi conseguenze umanitarie, ripercussioni sul
mercato alimentare e sulla stabilità mondiale. Un momento in cui, viste le
recenti dichiarazioni dell’Amministratore Delegato di Syngenta Erik Fryrward, il biologico si trova ancora una volta a
doversi difendere e ricordare la sua natura di pratica agronomica sostenibile
nel lungo periodo, per la terra e per le persone.
Una visione lungimirante che Alce Nero
ha nel proprio DNA fin dalla sua costituzione.
“In Alce Nero la dimensione Sociale e quella
Ambientale sono sempre state centrali e rilevanti, almeno tanto quanto
l’imprescindibile (per ogni Azienda) sostenibilità Economica”, spiega Massimo Monti, Amministratore Delegato
dell’azienda.
“Abbiamo
costruito un modello di business che coniuga un profondo rispetto per le
Persone ed una grande attenzione per l’Ambiente che tutti noi ospita. Lavoriamo
da tanti anni - con determinazione e passione - per portare sulle tavole di chi
sceglie Alce Nero un cibo buonissimo, che nutre in modo corretto, fatto con
materie prime eccellenti e coltivate senza veleni, nel rispetto dei territori e
dei nostri agricoltori. Il nostro posizionamento è premium perché tutto quello
che facciamo deve essere rispettoso e sostenibile; è così da quando esistiamo e
non abbiamo intenzione di mollare, anzi. L’esperienza ci ha insegnato che
serietà e coerenza, agite con costanza e senza compromessi, nel tempo pagano
sempre: generano fiducia, rispetto, buona reputazione, legami forti. Generano
quei valori solidi, tangibili e intangibili, comunque gratificanti, che sono il
presupposto dell’unica via di crescita, e di ricerca di prosperità, oggi
possibile ed accettabile: uno sviluppo che sia, appunto, realmente
Sostenibile”.
In questo primo anno di rendicontazione si è deciso di
riferire il rapporto solo ad Alce Nero S.p.A. e non comprendere nel
perimetro di analisi le Società controllate Alce Nero Fresco e Alce
Nero Freddo, che commercializzano rispettivamente prodotti freschi e
surgelati.
Solo per citare alcuni numeri, Alce Nero nel 2021
è stata la prima marca in Italia per
notorietà, con oltre 4 milioni di
famiglie acquirenti e 71 milioni di
fatturato. Ha servito 53 paesi,
con un’offerta di 334 referenze,
tutte biologiche, realizzate al 62% con materie prime italiane.
Tra queste, 31 nuovi prodotti e 32 referenze certificate Fairtrade.
Rilevante è anche l’occupazione
femminile registrata, con il 56%
di collaboratrici.
Queste e tante altre le informazioni contenute
all’interno del documento redatto da Alce Nero, che compendia in modo
molto strutturato e chiaro le sue realtà, partendo da una presentazione a 360
gradi dell’azienda, ed entrando poi nel vivo del tema principale, introdotto da
un paragrafo dedicato all’idea di sostenibilità di Alce Nero.
“Sviluppo
sostenibile vuol dire indirizzare le nostre vite e il nostro agire verso il
proposito di una floridezza e di uno stato di bell-essere
in cui le persone possano realizzarsi raggiungendo maggiore coesione sociale
e benessere più equamente condiviso, nel rispetto fondamentale e
imprescindibile dei limiti fisici e biologici del Pianeta Terra. — racconta Erika Marrone
Direttrice Qualità, Filiere e Sostenibilità — Per farlo è necessario comprendere
il complesso sistema di interconnessioni che legano Uomo e Terra, abbandonando
il modello economico che considera il capitale naturale come un mero paniere di
beni da sfruttare e accettando l’idea, scientificamente condivisa a livello
globale, che l’umanità, ancor prima della Terra, è essa stessa in
pericolo.
La nostra visione di sviluppo sostenibile rappresenta
la dichiarazione di un impegno che, come il capo indiano da cui
prendiamo il nome, cavalchiamo da oltre 40 anni: il nostro contributo
alla necessaria inversione di rotta a salvaguardia delle generazioni future,
come Impresa, come Gruppo di Imprese e come Persone verso un nuovo modello di
“buen vivir”.
L’impegno di Alce Nero, per il futuro, è
coinvolgere sempre di più i propri produttori nel disegno condiviso di una
visione agro-industriale italiana davvero trasformativa, sia per i produttori
che per i fruitori.
Per
consultare il bilancio di Alce Nero: https://www.alcenero.com/pages/bilancio-di-sostenibilita-alce-nero.