Sono stati numeri
importanti quelli della nona edizione dell’International Club di FARETE, la prima dopo la
crisi sanitaria dovuta al Covid-19, e spesso qualcuno ci chiede: “ma
come avete fatto?”.
Durante la
due giorni – in cui la prima mezza giornata è stata dedicata esclusivamente
all’Assemblea Generale – i B2B si
sono tenuti in sole 11 ore: il che significa che
sono stati organizzati in media
62 incontri ogni ora e coordinate 124
persone ogni ora.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’intenso
lavoro preparatorio che ha contraddistinto i mesi precedenti.
L’Area di Internazionalizzazione di Confindustria Emilia ha infatti iniziato a marzo – e abbiamo cominciato comunque
tardi! – questo lungo percorso lavorando in due direzioni: da
una parte promuovendo l’opportunità tra le imprese
associate manifatturiere; dall’altra analizzando
gli scenari di mercato, definendo le aree
geografiche su cui investire e individuando quelle società di consulenza con sedi nei Paesi esteri con cui
collaborare.
Quest’anno la scelta è stata quella di puntare
principalmente su Europa, Africa e Medio
Oriente: un mix di Paesi, tra maturi ed emergenti, i cui mercati potevano
rappresentare un’opportunità per tutte le imprese
italiane coinvolte.
Diversamente da altri Incoming – che per i non addetti ai
lavori significa organizzazione di
delegazioni di imprese estere – l’International
Club parte dalle richieste delle imprese associate, che esprimono le loro
esigenze in termini di clienti (utilizzatori, distributori, agenti ecc.) per
gli specifici prodotti.
Aggregando
queste richieste, abbiamo incaricato i nostri partner esteri di promuovere
FARETE a livello internazionale al fine di contattare gli operatori stranieri
interessati ad incontrare, durante l’evento, le imprese italiane.
Oltre 120
candidati si sono presentati e, tra questi, sono stati selezionati solo quelli
che hanno mostrato un valido interesse verso i prodotti e le tecnologie
proposte dalle aziende e dalle startup presenti.
A inizio
agosto, le imprese italiane
partecipanti a FARETE sono state informate del meeting e del perché
dell’incontro.
Le aziende si
sono sedute al tavolo già sapendo chi erano e cosa interessava ai buyers esteri,
e questo ha permesso di concretizzare colloqui one to one di 30 minuti, con la possibilità di
entrare subito nel merito dei punti di forza e della distintività di ciascun
prodotto presentato.
I B2B sono stati confermati nel 99% dei casi,
e sono aumentati soprattutto grazie all’autorevolezza degli operatori esteri
invitati.
Se questi numeri sono
importanti, quello che più gratifica, in un evento come FARETE, è il livello qualitativo degli incontri.
Dopo ciascun incontro, sia
le imprese italiane che i buyers esteri hanno
espresso un giudizio sull’interesse a proseguire nelle trattative e già dai
primi risultati sembra che ci siano ottime prospettive
di follow up a livello internazionale.
Ai buyers esteri, inoltre,
è stato chiesto un resoconto più dettagliato sulle imprese incontrate che
riguardava: un giudizio sul prodotto, sulla qualità dell’offerta dell’impresa italiana, su quanto fosse
probabile una cooperazione futura e di che tipo, e consigli su come un’azienda
italiana poteva essere più interessante per il mercato
estero.
Sono emersi spunti e
consigli di lavoro molto interessanti, che vanno dalla gamma di prodotto troppo limitata alla poca rappresentatività del sito
web: ogni impresa italiana ha ricevuto un report con i feedback rilasciati
da ciascun buyer incontrato.
Questo consentirà a ogni
impresa di confrontare le proprie valutazioni e impressioni con quelle del
potenziale cliente estero, e di conseguenza di apportare dei miglioramenti alla
propria proposta commerciale.
È naturalmente ancora
troppo presto per valutare la concreta efficacia degli incontri – anche se già
diverse aziende hanno ricevuto richieste di offerte.
Nei prossimi mesi,
porteremo avanti l’ultima parte del percorso
internazionalizzazione di FARETE che prevede la raccolta delle
testimonianze per condividere i dati di quest’ultima edizione.
Scopri di cosa si occupa l’Area Internazionalizzazione di
Confindustria Emilia Area Centro.