Quando si parla di gestione aziendale, il termine leva operativa gioca un ruolo chiave nel determinare il livello di rischio e la redditività di un’impresa.
Immagina due aziende con lo stesso fatturato: una ha costi prevalentemente fissi, l’altra principalmente variabili. La prima subirà variazioni più ampie nei profitti al variare delle vendite, mentre la seconda avrà un andamento più stabile.
Ecco perché conoscere la leva operativa o il grado di leva operativo è essenziale: aiuta a prevedere il comportamento dell’azienda in scenari di crescita o crisi e a prendere decisioni strategiche più consapevoli.
Ma come si calcola la leva operativa? E quali implicazioni ha sulla gestione aziendale? Continua a leggere per scoprirlo.
La leva operativa è un indicatore che permette di comprendere la struttura produttiva di un’impresa perché analizza l’influenza dei costi fissi e dei costi variabili sul risultato operativo al variare dell’1% del fatturato.
Dove:
Tecnicamente si definisce leva operativa il rapporto tra il margine di contribuzione e il reddito operativo, dove il margine di contribuzione esprime la differenza tra il fatturato e i costi variabili.
La leva operativa aumenta in presenza di costi fissi elevati e decresce in presenza di costi fissi bassi mostrando un’indicazione dell’elasticità del risultato operativo caratteristico rispetto a una variazione delle vendite.
I costi fissi di un’impresa rimangono costanti indipendentemente dall’andamento della produzione e del fatturato: alcuni esempi sono dati dai macchinari (con relativo ammortamento e/o leasing), gli affitti degli spazi produttivi e commerciali, i canoni fissi, il costo del personale dell’impresa.
Normalmente i costi fissi non hanno grandi margini di discrezionalità, come nel caso ad esempio di costi collegati a marketing, comunicazione, formazione, ricerca & sviluppo.
I costi variabili sono strettamente correlati all’andamento della produzione e della vendita: ad esempio il costo delle materie prime utilizzate per produrre e le lavorazioni esterne.
All'interno di questo troviamo:
Di solito le imprese che hanno elevati costi variabili e quelle con elevati costi fissi reagiscono in maniera differente alle variazioni del fatturato: le imprese che hanno una bassa elasticità del processo e quindi una elevata presenza di costi fissi sono più sensibili alla congiuntura economica e di norma ottengono una redditività maggiore al crescere del giro d’affari per la struttura basata su costi interni.
Al contrario possono subire un impatto più negativo a causa di una congiuntura negativa e da fatturato in calo, in quanto la stessa struttura dei costi appesantisce le marginalità.
In presenza di un fatturato in diminuzione le imprese con una maggiore elasticità del processo e quindi con una presenza importante di costi variabili proveranno a ridurre l’impatto e a mantenersi più stabili e redditizie delle imprese con maggiori costi fissi.
L’Area Finanza d’Impresa di Confindustria Emilia è a disposizione per supportare le imprese nell’analisi della struttura dei costi, nell’ottimizzazione della leva operativa e nella definizione di strategie finanziarie mirate a migliorare la redditività e la sostenibilità del business, anche in condizioni di mercato variabili.
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