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Manifattura emiliana: campione di export e Pil in crescita al +4%

03/05/2023

Manifattura Emilia Romagna: Export e Pil in crescita al 4%
L'Emilia-Romagna ha dimostrato di essere uno dei più dinamici e veloci attori economici italiani in ambito export e innovazione. Non è una sorpresa che il Pil della regione sia in crescita al 4% nel 2023.

L'Emilia Romagna è una delle regioni più importanti per quanto riguarda la produzione manifatturiera ed è da sempre un punto di riferimento per l'export, l’occupazione e il livello di innovazione (Innovation Score di CRIF). 

Il Pil della Regione è in crescita del 4% e anche la fiducia aumenta: la produzione è infatti prevista in crescita dal 35% degli imprenditori, e il 36% delle imprese sta registrando un aumento degli ordini, con previsioni di aumento significativo sia per le esportazioni che per l'occupazione. 

Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera dell'Emilia-Romagna

Secondo l’Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera dell’Emilia-Romagna – realizzata in collaborazione tra Unioncamere, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo – i dati di fine 2022 sono decisamente buoni e registrano:  

  • il +5,8% di produzione manifatturiera 
  • il +16,9% delle esportazioni nei primi nove mesi dell'anno con un incremento minimo in volume (+1,2%). 

“La nostra regione – commenta Annalisa Sassi, presidente di Confindustria Emilia-Romagna – sa interloquire con le grandi aree economiche del pianeta, export e investimenti sono i pilastri su cui si basa la nostra competitività ed essere agganciati agli Usa, dallo scorso anno il nostro primo mercato di sbocco, è un ulteriore fattore di forza.”  

Tuttavia, come osserva Guido Caselli, direttore del Centro studi Unioncamere, è previsto un ridimensionamento del tessuto produttivo nel corso dell’anno in tutto il Paese, ma che avrà un maggior peso naturalmente in Emilia-Romagna. 

Stato di "salute" delle aziende associate a Confindustria Emilia Area Centro

Toni decisamente positivi nel triangolo industriale Bologna, Modena e Ferrara, che rappresenta la "culla" dell'industria manifatturiera, grazie alla presenza di numerose aziende leader. 

I dati dell'Osservatorio Confindustria Emilia-CRIF sono infatti chiari: le imprese associate a Confindustria Emilia Area Centro godono di buona salute con un ritmo di crescita del fatturato e del Mol superiore a quelli delle imprese regionali e nazionali. Un dato su tutti: due aziende su tre richiedono un finanziamento in banca e il 93% delle domande è accolta con successo (in Italia, nel 2021, solo il 38% delle aziende ha fatto richiesta e il tasso di risposta positivo è stato dell'88%). 

A capofila del triangolo ci sono le aziende dell’agroalimentare, facilities, home, packaging, automotive, pharma, che portano le filiere ben oltre i livelli del 2019 per ricavi e redditività. 

Fonte: Il Sole 24 ore

«Le nostre imprese associate sono le prime della classe, a livello nazionale e non solo per solidità e per crescita di fatturato, margini, occupazione e capacità di ricerca e brevettazione», afferma Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia area Centro. 

Manifattura triangolo Bologna, Modena e Ferrara: sempre più export e innovazione

A conferma di quanto detto prima, all’interno di Confindustria Emilia Area Centro uno dei percorsi più gettonati dalle aziende è sicuramente quello relativo all’internazionalizzazione: sono oltre il 50% le imprese associate che esportano, contro il 16,4% in Italia. 

La tendenza è avvalorata dal +3,2% sull’export (in termini reali nel 2022, quindi scorporando l'effetto inflattivo) e dal +10,7% sugli investimenti per l’innovazione.  A questo proposito, non bisogna dimenticare che il 32,6% delle aziende del triangolo ha infatti ottenuto il massimo punteggio nell’Innovation Score di CRIF, che indica il livello di innovazione raggiunto, che nel resto del Paese si aggiudica solo un'impresa su dieci. 

Questi dati confermano la straordinarietà di questo tessuto imprenditoriale (quasi 20 filiere di cui 17 manifatturiere) che conta 3.400 aziende – con 75 miliardi di euro di fatturato – e oltre 181 mila lavoratori. Solo a titolo dimostrativo, come indicato anche nell'articolo uscito su Il Sole 24Ore: rispetto a “un'azienda chimica-farmaceutica italiana con un fatturato medio di 8,8 milioni di euro e 5 addetti, il competitor medio del triangolo industriale Bologna-Modena-Ferrara fattura in media oltre cinque volte in più”. 

In questo scenario un peso decisamente strategico non può che esser dato dagli investimenti sostenuti dal Tecnopolo e dai fondi europei che rendono l’Emilia-Romagna attrattiva per i capitali e per i talenti. Talenti che gli imprenditori emiliani pagano molto di più rispetto alla media nazionale (l'incidenza del costo del personale sul fatturato è del 18,1%, oltre 5 punti sopra il dato medio Italia nel 2021), a conferma dell’impegno dell’intero comparto a raggiungere livelli sempre più alti sia a livello nazionale sia internazionale. 

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