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In Sacmi le tecnologie predittive vanno a convegno

14/03/2018

Lo sviluppo della fabbrica intelligente arriva grazie alla spinta sia dell’Iot che dei big data, dando una nuova interpretazione al rapporto uomo/macchina. Applicando infatti l'intelligenza artificiale alle varie componenti della vita produttiva delle imprese è possibile realizzare soluzioni di Smart Manufacturing prima non percorribili.

Mercoledì 21 marzo a partire dalle ore 10 in Sacmi
, attraverso una rapida carrellata di interventi sia metodologici che pratici, si cercherà di comprendere come e perché questa sia una sfida da cogliere, e quali siano i vantaggi raccolti da chi la sta veramente attuando. Il titolo del convegno è "Tecnologie e soluzioni predittive per l'industria intelligente. Machine learning e Iot al servizio dello smart manufacturing".

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Farenews entra nel cuore di una materia tanto delicata interpellando due protagonisti dell'incontro: Gildo Bosi, responsabile R&D Automation di Sacmi, e Flavio Venturini, Innovation Director di Iconsulting (società di consulenza specializzata nella progettazione di Data Warehouse, Business Intelligence e Big Data Analytics).

Smartmanufacturing e smart management: Bosi che cosa rappresentano questi concetti per Sacmi?
“Smartmanufacturing è un obbiettivo raggiungibile utilizzando in modo integrato le tecnologie e introducendo innovazione nei processi. Questa trasformazione implica un approccio interdisciplinare, per progettare flussi efficienti e flessibili che si possano adattare velocemente alle richieste di mercato. Al contempo, il modello produttivo deve prevedere un'elevata configurabilità, a partire dalla comprensione delle esigenze del cliente, e solo mediante una visione olistica della smart factory è possibile raggiungere il punto di massima ottimizzazione. Ecco perché risulta necessario abbattere le barriere interne, considerando l’ottimizzazione globale prioritaria rispetto a quella locale. Si richiede, in altre parole, uno smart management, dove il governo della trasformazione avvenga superando barriere culturali e rigidità organizzative”.

Bosi, la tecnologia è un fattore abilitante per rendere la fabbrica più intelligente, ma è solo uno strumento. Quali sono gli altri ingredienti per realizzare la famigerata Industria 4.0?

“Sembra un paradosso, ma la realtà 4.0 riporta al centro della trasformazione il fattore umano. Le tecnologie abilitanti, infatti, rappresentano un fattore di accelerazione delle trasformazioni e rinnovamento nei processi industriali. Ma è il cambiamento culturale a essere condizione necessaria per guidare e indirizzare questa trasformazione. Si può affermare che, per ottenere il massimo dei benefici, le tecnologie influiscano per il 20%, il restante 80% dipende dalle competenze e dalla gestione del fattore umano”.

Venturini, a forza di sentirlo ripetere più e più volte lo 'smart manufacturing' pare essere diventato un contenitore vuoto senza contenuto.

“Lo smart manufacturing è oggi uno dei termini più utilizzati e spesso abusati dai manager in ambito It, R&D e Innovazione ma rischia di rimanere solo uno slogan. Quella che molti definiscono come la 'quarta rivoluzione industriale' rappresenta ancora una chimera per molte imprese, frenate dall’assenza di cultura dell’innovazione, vision operativa e leadership analitica dei manager, nonché tante idee confuse circa l’utilizzo pratico di dati e algoritmi e dal possibile effettivo ritorno sugli investimenti.

C’è però una bella notizia: la sfida dell’industria 4.0 non è meramente tecnologica...
"Esattamente. Oggi quasi tutte le piattaforme di raccolta e gestione dei dati offrono servizi di Machine Learning che possono essere utilizzati a vari livelli. Dotarsi di un tool, però, non è sufficiente. È necessario avere una chiara strategia relativa all’analisi dei dati, che deve essere incentrata su come governare i dati e le analisi che da questi sono ottenute e come rendere efficaci le persone che utilizzano questi dati all’interno della propria organizzazione. Stiamo proprio parlando di fattore umano e organizzativo: il successo delle aziende 4.0 dipenderà in gran parte dal modo in cui Ceo, Cio e Cto definiranno, guideranno e comunicheranno la trasformazione. Un simile processo funziona solo se l’innovazione diventa la priorità della squadra di comando e, a cascata, di tutti gli stakeholder coinvolti”.

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