La cessione
del quinto dello stipendio costituisce, dal punto di vista civilistico, un tipo
di contratto di cessione del credito.
Stipulare
una cessione del quinto dello stipendio significa, dunque, per il dipendente,
poter richiedere ed accedere ad un prestito personale, che sarà estinto con la
cessione di 1/5 (20%) dello stipendio.
La legge
311/2004, modificando il D.P.R 180/1950, ha esteso, dall’1.1.2005, la
possibilità di contrarre prestiti contro cessione del quinto anche ai
dipendenti di aziende private. In pratica il lavoratore dipendente (cedente)
cede il proprio credito futuro retributivo verso il datore di lavoro (ceduto) a
favore di una società finanziaria o di una banca (cessionario).
Il debito
contratto dal lavoratore - abitualmente con una società finanziaria o una banca
– verrà dunque estinto, come detto, attraverso la corresponsione di 1/5 della
propria retribuzione.
Con questa
procedura, il creditore ha altresì la possibilità di tutelarsi da eventuali
rischi di insolvenza - come morte, invalidità o inabilità, ovvero cessazione
del rapporto di lavoro per dimissioni o licenziamento - attraverso un’apposita
polizza assicurativa o vincolando in garanzia il TFR maturando del lavoratore,
al quale non si applica il limite del quinto.
In caso di cessione del quinto dello stipendio, il datore di lavoro diviene soggetto obbligato verso il cessionario, per cui è tenuto ad effettuare la trattenuta periodica della rata sulla busta paga del lavoratore ed a versarla su uno specifico c/c postale o bancario.
A differenza
di un prestito personale tradizionale, la cessione del quinto offre maggiore
sicurezza per l'istituto di credito, poiché il rischio di insolvenza è ridotto
dalla trattenuta diretta dallo stipendio o pensione.
Questo rende
il prestito accessibile anche a chi ha avuto problemi di affidabilità
creditizia. Inoltre, il tasso d'interesse è generalmente più basso rispetto ai
prestiti personali standard.
La cessione
del quinto, insieme alle delegazioni di pagamento, consente, come detto, al
dipendente, di autorizzare il datore di lavoro a trattenere mensilmente la rata
da versare al finanziatore. Questa forma di prestito è diventata sempre più
diffusa e rappresenta un modo comune per accedere al credito.
Tuttavia, la
gestione di queste pratiche comporta responsabilità aggiuntive per il datore di
lavoro, che deve effettuare verifiche interne, gestire le comunicazioni
necessarie e assicurarsi che le trattenute vengano correttamente eseguite.
Inoltre, potrebbe essere necessario coordinare le trattenute con altri obblighi
finanziari, come pignoramenti o sequestri, che incidono sullo stipendio del
dipendente.
Per
facilitare la gestione di queste situazioni, è importante che le aziende si
avvalgano del supporto di associazioni di categoria, come Confindustria Emilia
Area Centro, per assicurarsi una gestione efficiente e conforme alle normative.
La cessione del quinto può essere richiesta da:
Tuttavia, chi ha un contratto a tempo determinato, con poca anzianità lavorativa o redditi molto bassi, potrebbe avere difficoltà ad accedere alla cessione del quinto. Anche chi ha in corso procedure di pignoramento dello stipendio potrebbe vedersi limitata la possibilità di accesso a questo strumento.
In caso di
licenziamento o dimissioni durante il periodo di rimborso, il debito residuo
viene saldato con il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) maturato dal
lavoratore. Se il TFR non è sufficiente, il soggetto dovrà concordare con la
banca un piano di rientro alternativo.
In caso di
morte del beneficiario, la cessione del quinto prevede una copertura
assicurativa obbligatoria, che tutela sia la banca che gli eredi, estinguendo
il debito residuo.
La
conoscenza completa della vasta normativa e della prassi di riferimento utile
nella comprensione della corretta gestione di tali gravami, unitamente
all’impostazione di una comunicazione chiara ed efficace col personale, o con
gli enti terzi eventualmente coinvolti e/o interessati da tali procedure,
assicura alle aziende la possibilità di operare celermente, senza incorrere in
disguidi o errori, da cui possano insorgere potenziali conteziosi.
Le aziende
interessate potranno farsi assistere dall’Area Relazioni Industriali e Lavoro
di Confindustria Emilia Area Centro per tutto il necessario supporto in
materia.
L'Area
Relazioni Industriali e Lavoro di Confindustria Emilia Area Centro fornisce
consulenza alle aziende in materia giuslavoristica, sindacale e previdenziale.
Assiste nella gestione del personale, applicando correttamente leggi, contratti
e accordi, e supporta le aziende in tutte le fasi del rapporto di lavoro,
inclusi contenziosi. Offre consulenza su rinnovi contrattuali, appalti privati,
trasferimenti d’azienda, ammortizzatori sociali (CIGO, CIGS), orari di lavoro,
welfare e lavoro agile.
La sezione
previdenziale si occupa di previdenza sociale, infortuni e malattie
professionali, assistendo le aziende nei rapporti con enti pubblici come INPS e
INAIL, e rappresenta gli interessi delle imprese nei comitati presso questi
enti e altre istituzioni pubbliche.
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