In base ai dati di Banca Italia, nel 2022, le esportazioni dell’Emilia-Romagna hanno registrato un aumento del 14,6% rispetto all'anno precedente. Eppure questa percentuale è inferiore rispetto alla media italiana, in particolare a causa del minor impatto che il settore della raffinazione del petrolio e della metallurgia hanno sul territorio, contribuendo invece a livello nazionale a una maggiore dinamica nei prezzi.
Nel quarto trimestre dell'anno, le esportazioni hanno subito una marcata decelerazione. Per cui, a livello reale, la crescita è stata del 4%, un tasso inferiore a quanto visto nel 2021, sicuramente dovuto al rallentamento del commercio mondiale connesso con l’indebolimento delle attività in Cina e alle tensioni internazionali relative al conflitto in Ucraina.
Come ben documenta il grafico dell’Istat, le esportazioni nominali sono aumentate sia nei mercati europei sia in quelli extra-europei.
Tuttavia mentre si registra una crescita più evidente negli Stati Uniti, sono diminuite le vendite verso il Giappone, che hanno risentito del calo dei prodotti del tabacco, così come in Russia e in Ucraina (le ultime due rispettivamente -42,3 e -15,1%), anche se, è necessario sottolinearlo, che l’impatto sulla dinamica dell’export è stato contenuto data la limitata esposizione diretta dell’economia emiliano-romagnola nei confronti delle regioni attualmente in conflitto.
Fra i settori di specializzazione regionale, le vendite all’estero – come indicato nel documento – sono aumentate in termini nominali e reali soprattutto per i mezzi di trasporto e il sistema moda.
I comparti chimico-farmaceutico, dei macchinari e della gomma e materie plastiche (che include la produzione di piastrelle) sono stati caratterizzati “da una dinamica positiva in termini nominali, ma molto più contenuta se depurata dall’aumento dei prezzi”.
I prodotti in metallo, l’elettronica e gli altri prodotti, che includono l’agricoltura, hanno invece registrato una riduzione a prezzi costanti.
Dopo questa panoramica sui dati dell’export, vogliamo riportare l’attenzione sui bandi aperti relativi all’export e all’internazionalizzazione. Il motivo è semplice: possono costituire una grande opportunità per le imprese.
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La misura erogata da SIMEST è un contributo a fondo perduto finalizzato all’indennizzo dei danni subiti dall’impresa esportatrice, con sede operativa o unità locali nei territori colpiti, e con un nesso causale diretto con l’evento alluvionale. Il bando è dedicato alle PMI e MidCap e prevede un importo massimo concedibile di € 1.500.000.
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La misura di finanziamento con rimborso a tasso zero e cofinanziamento a fondo perduto è destinata esclusivamente alle imprese italiane che hanno realizzato negli anni 2020-2021 un rapporto tra fatturato medio export in Ucraina e/o Federazione Russa e/o Bielorussia pari al 10%, subendo una flessione dei ricavi da tali aree a seguito del conflitto. La quota di cofinanziamento a fondo perduto è fino al 40% dell'intervento agevolativo complessivo, con un massimale di € 2.000.000 di agevolazione. Tale misura è sottoposta alla previa autorizzazione della Commissione Europea. Le richieste di finanziamento potranno essere presentate entro il 31 ottobre 2023.
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