“Il mio collega? È un robot”. Lo scenario futuribile ed un
po' distopico dei film di fantascienza sta per diventare realtà, in particolare
nelle aziende più all’avanguardia dell’Emilia-Romagna dove la robotica
collaborativa è già di casa. L’interazione sicura uomo/macchina in ambito industriale
ha infatti compiuto un significativo passo in avanti grazie ai risultati
ottenuti con il progetto europeo RO.S.S.IN.I. (RObot enhanced SenSing,
INtelligence and actuation to Improve job quality in manufacturing), sviluppato
dal centro di ricerca modenese CRIT in partnership con università e centri di
ricerca italiani, svizzeri, olandesi e tedeschi, ed aziende hi-tech quali
Datalogic e IMA.
Il progetto Rossini ha portato alla realizzazione di una
piattaforma hardware-software intrinsecamente sicura per la progettazione e
l'implementazione di applicazioni di collaborazione tra esseri umani e robot
(HRC) nel mondo manufacturing. Grazie allo sviluppo di soluzioni tecnologiche
di varia natura (sensori avanzati per il riconoscimento degli oggetti in uno spazio
di lavoro; algoritmi di controllo innovativi; nuovi modelli, strumenti ed
approcci di integrazioni di una cella robotica) è stato possibile rimuovere le
barriere di protezione che separano tipicamente l’area di movimentazione di un
braccio robotico industriale da quelle in cui sono presenti gli operatori,
facendo lavorare uomo e robot fianco a fianco. La sperimentazione sul campo,
condotta in uno stabilimento IMA, è arrivata persino ad ammettere il contatto
fisico in catena di montaggio: esseri umani e robot hanno interagito per
posizionare e fissare il contrappeso di una lavatrice, assemblare le componenti
di un pannello di comandi d’ascensore e ricambiare le bobine necessarie al
funzionamento di una macchina per il confezionamento del tè.
In virtù delle sue elevate caratteristiche tecnologiche, il
progetto Rossini (avviato nel 2019) è stato scelto tra i progetti
d’eccellenza riconosciuti dall’Unione Europea ed è stato finanziato dal
programma quadro Horizon 2020 con un contributo di circa 8 milioni di euro.
Oltre a CRIT, che ha assunto il ruolo di responsabile della comunicazione e
valorizzazione dei risultati, il progetto ha visto la partecipazione di UNIMORE
(per le attività di gestione tecnica e gestione dei rischi), Datalogic
(coordinatore di progetto) e IMA che ha guidato le attività di sviluppo dei
casi applicativi.
“La robotica collaborativa è un nuovo paradigma
dell’automazione avanzata. Come riportato ufficialmente anche dalla Commissione
Europea", spiega Marco Baracchi, direttore generale di CRIT, "i risultati del
progetto Rossini contribuiscono allo sviluppo dell’industria europea in ottica
5.0, favorendo una prospettiva focalizzata sui bisogni delle persone. Con le
tecnologie sviluppate in Rossini, si vuole sfruttare il paradigma della robotica
a 360° per valorizzare appieno il capitale umano, e non deprezzarlo o
sostituirlo. Un approccio totalmente in linea con gli obiettivi di
sostenibilità delle Nazione Unite, le politiche Europee e i valori delle
aziende del nostro network”.
Rossini può quindi costituire un punto di svolta
nel mercato delle tecnologie robotiche: i suoi risultati consentiranno di
sviluppare una nuova generazione di applicazioni di robotica collaborativa, che
potrà contribuire in modo significativo a supportare la sostenibilità della
produzione in ambito industriale. Inoltre, il progetto Rossini è stato
recentemente citato nel “Policy brief” della Commissione Europea per
l’Industria 5.0: un importante articolo di riferimento per delineare gli
sviluppi futuri dell’industria europea, in chiave di sostenibilità, resilienza
e attenzione alle persone.