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Passa da Crit la nuova frontiera dell'interazione uomo-robot

04/11/2022

“Il mio collega? È un robot”. Lo scenario futuribile ed un po' distopico dei film di fantascienza sta per diventare realtà, in particolare nelle aziende più all’avanguardia dell’Emilia-Romagna dove la robotica collaborativa è già di casa. L’interazione sicura uomo/macchina in ambito industriale ha infatti compiuto un significativo passo in avanti grazie ai risultati ottenuti con il progetto europeo RO.S.S.IN.I. (RObot enhanced SenSing, INtelligence and actuation to Improve job quality in manufacturing), sviluppato dal centro di ricerca modenese CRIT in partnership con università e centri di ricerca italiani, svizzeri, olandesi e tedeschi, ed aziende hi-tech quali Datalogic e IMA.

Il progetto Rossini ha portato alla realizzazione di una piattaforma hardware-software intrinsecamente sicura per la progettazione e l'implementazione di applicazioni di collaborazione tra esseri umani e robot (HRC) nel mondo manufacturing. Grazie allo sviluppo di soluzioni tecnologiche di varia natura (sensori avanzati per il riconoscimento degli oggetti in uno spazio di lavoro; algoritmi di controllo innovativi; nuovi modelli, strumenti ed approcci di integrazioni di una cella robotica) è stato possibile rimuovere le barriere di protezione che separano tipicamente l’area di movimentazione di un braccio robotico industriale da quelle in cui sono presenti gli operatori, facendo lavorare uomo e robot fianco a fianco. La sperimentazione sul campo, condotta in uno stabilimento IMA, è arrivata persino ad ammettere il contatto fisico in catena di montaggio: esseri umani e robot hanno interagito per posizionare e fissare il contrappeso di una lavatrice, assemblare le componenti di un pannello di comandi d’ascensore e ricambiare le bobine necessarie al funzionamento di una macchina per il confezionamento del tè.

In virtù delle sue elevate caratteristiche tecnologiche, il progetto Rossini (avviato nel 2019) è stato scelto tra i progetti d’eccellenza riconosciuti dall’Unione Europea ed è stato finanziato dal programma quadro Horizon 2020 con un contributo di circa 8 milioni di euro. Oltre a CRIT, che ha assunto il ruolo di responsabile della comunicazione e valorizzazione dei risultati, il progetto ha visto la partecipazione di UNIMORE (per le attività di gestione tecnica e gestione dei rischi), Datalogic (coordinatore di progetto) e IMA che ha guidato le attività di sviluppo dei casi applicativi.

“La robotica collaborativa è un nuovo paradigma dell’automazione avanzata. Come riportato ufficialmente anche dalla Commissione Europea", spiega Marco Baracchi, direttore generale di CRIT, "i risultati del progetto Rossini contribuiscono allo sviluppo dell’industria europea in ottica 5.0, favorendo una prospettiva focalizzata sui bisogni delle persone. Con le tecnologie sviluppate in Rossini, si vuole sfruttare il paradigma della robotica a 360° per valorizzare appieno il capitale umano, e non deprezzarlo o sostituirlo. Un approccio totalmente in linea con gli obiettivi di sostenibilità delle Nazione Unite, le politiche Europee e i valori delle aziende del nostro network”.  

Rossini può quindi costituire un punto di svolta nel mercato delle tecnologie robotiche: i suoi risultati consentiranno di sviluppare una nuova generazione di applicazioni di robotica collaborativa, che potrà contribuire in modo significativo a supportare la sostenibilità della produzione in ambito industriale. Inoltre, il progetto Rossini è stato recentemente citato nel “Policy brief” della Commissione Europea per l’Industria 5.0: un importante articolo di riferimento per delineare gli sviluppi futuri dell’industria europea, in chiave di sostenibilità, resilienza e attenzione alle persone.

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