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Cercare la felicità in ogni giorno, la testimonianza di Alessandra Pederzoli

01/12/2022

Alessandra Pederzoli presenta il suo libro, i cui diritti d'autore saranno devoluti a Lilt Modena per finanziare il suo progetto "Medico-paziente"
Alessandra Pederzoli presenta il suo libro, i cui diritti d'autore saranno devoluti a Lilt Modena per finanziare il suo progetto "Medico-paziente"

Non è una biografia, non è un romanzo”: Alessandra Pederzoli, modenese, sa di non essere una scrittrice, ma è convinta che la sua storia, fatta di molta sofferenza e di scelte continue per non soccombere, possa avere il valore di una testimonianza potente. 

L'idea di questo libro è nata tre anni fa, quando il tumore con cui combatte da quindici anni l'ha messa ko per diversi mesi, ma la sua origine risale a molto prima. Un racconto intenso, sincero, forte e appassionato, un viaggio interiore di ispirazione per tutti, per rileggere le nostre vite e ritrovare quelle sfumature che testimoniano come in tutto ci sia stata bellezza e tanto amore. 

Questo è l'augurio dell’autrice di "Al volante della mia vita" appena uscito per Artioli Editore 1899, ai lettori che prenderanno in mano il suo libro, che ha visto una prima serata di presentazione a Modena, sabato 3 dicembre, presso la Chiesa San Carlo, all'interno del calendario di “Incontri con l'autore” di Bper Banca Forum Eventi. Il secondo incontro con il pubblico si terrà giovedì 8 dicembre a Bologna, alle 18, presso l’oratorio San Filippo Neri, in un dialogo con la giornalista di Trc Federica Galli.

Non è per soli malati, anzi, spero che chi mi legge non debba mai vivere qualcosa di simile a me”, tiene a sottolineare Pederzoli. “Ma ho imparato il valore della condivisione e, con le riflessioni sulla mia esperienza, vorrei trasmettere a tutto coloro che, per qualunque motivo, si trovano in ‘deficit di voglia di vivere’ che c’è speranza. Penso a chi soffre di depressione, ai ragazzi e ai giovani che si angosciano di fronte al futuro che vedono incerto e nebuloso”. 

Anche in quei cinque mesi di ospedale, con una diagnosi assolutamente negativa, ho avvertito profonda felicità, una luce nata dal contatto con tutte le persone che sono state coprotagoniste della mia strana avventura: mio marito, mia figlia, i parenti, i tanti amici, i medici e tutti coloro che ho incrociato”. 

Alessandra Pederzoli è sempre stata tenace e grande lavoratrice: è commercialista, revisore legale, oltre che professore a contratto di Scienza delle Finanze e Sistemi di Welfare a Unimore. Non smette di frequentare corsi di formazione. È membra di diverse associazioni al femminile. È anche appassionata di politica, musica, sanità e psicologia. Lo scorso dicembre, la sua prima occasione da “testimone”: ha presentato al TEDxModena Women 2021 il suo speach "Ogni giorno riscriviamo la nostra storia". Il successo è stato immediato.

Non voglio essere fraintesa, non mi interessano i like”, avverte Pederzoli. “È stato straordinario, invece, scoprire quanto sia importante condividere le esperienze, le idee, i sentimenti”. Le hanno detto che è una “grande comunicatrice”. “Ma è stato tutto molto spontaneo e da quel primo speach è nata l’idea di aprire una pagina lnstagram, che si chiama ‘riscriviamolanostrastoria’, partita lo scorso febbraio scorso”.

Pederzoli da anni si batte per lo sviluppo di un nuovo rapporto medico-paziente, basato su fiducia, consapevolezza e apertura mentale all'essere insieme "mente-corpo". I diritti d'autore del suo libro verranno devoluti a Lilt Sezione Provinciale di Modena, proprio per finanziare il suo progetto "Medico-Paziente". 

In questo, ritengo straordinario il valore della testimonianza. Vorrei condividere l’idea che il paziente debba trovarsi pienamente protagonista della propria vita, della battaglia”, sostiene l’autrice, ricordando che, di fronte a una diagnosi negativa, spesso ci si deprime e ci si isola, diventando “spettatori” del proprio male. “Solo con un gioco di squadra (amici, parenti, medici) si può provare a riprendersi la vita del ‘dopo’; questo sentirsi protagonista può dare un'energia davvero forte, con nuove sfide. Che però il paziente deve sentire sue, non solo del medico. E anche le associazioni, che portano tante esperienze, non devono avere paura di suggerire idee e soluzioni nuove, che si trovano sempre e solo in un'ottica di comunità”.

Occorre addestrare la resilienza. “Possiamo modificare la nostra personalità: non cedere a quegli eccessi di coerenza che ci chiudono, ma cercare di essere aperti al cambiamento, all'innovazione e allo stupore che ogni giorno la ricerca medica può dare e, anche nella vita personale, l'incontro con gli altri altrettanto ci genera, permettendoci di trovare della felicità in qualunque condizione”, confida Pederzoli.

Che conclude: “La vita ci mette alla prova, la nostra risposta deve essere il cambiamento, che è prima di tutto e sostanzialmente un cambiamento di noi stessi. È evidente che alcune delle cose che ci accadono non si possono modificare, ma noi possiamo cambiare il punto di vista da cui le guardiamo e questo può cambiare molto, a volte tutto”.

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