Un’offerta
di agrofarmaci caratterizzata da un elevato tasso d’innovazione e da
un’attenzione particolare ai prodotti a minore impatto e a quelli destinati
all’agricoltura biologica, ma anche un’agricoltura estremamente attenta
nell’utilizzo delle risorse e dei mezzi tecnici, con effetti positivi sia sull’ambiente
che sulla sicurezza alimentare. È la fotografia che emerge dal primo lancio
dell’Osservatorio Agrofarma. Un report che, con cadenza semestrale, raccoglierà
informazioni sullo stato dell'arte dell'agricoltura italiana e sul ruolo
strategico che l’industria degli agrofarmaci svolge ai fini della tutela e
dello sviluppo della produzione agricola italiana. A curarlo sarà Areté, tra i
leader italiani ed europei per l’analisi dei dati in ambito agricolo e food.
Il
progetto dell’Osservatorio Agrofarma nasce per offrire a media, stakeholder e
consumatori una rappresentazione reale del comparto agroalimentare attraverso
una serie di studi che possano rispondere al bisogno di informazioni e di
monitoraggio che interessa l’intero settore e a cui tutti possano accedere.
“Siamo
felici ed orgogliosi di presentare questo primo report, a cui semestralmente ne
seguiranno altri che andranno ad interessare tematiche e argomenti di volta in
volta differenti, ma unificati da un unico intento: testimoniare e raccontare
lo sviluppo dell’agricoltura nazionale, diffondendo dati certi su temi attorno
ai quali circolano spesso falsi miti e fake news” – ha dichiarato Riccardo
Vanelli Presidente di Agrofarma-Federchimica –. “Questo
progetto nasce proprio con la volontà di superare e contrastare la logica che
associa l’utilizzo della chimica in agricoltura a pratiche negative per
l’ambiente. Purtroppo, infatti, ci troviamo spesso di fronte a contenuti
fuorvianti, che non solo riportano informazioni superficiali o inesatte, ma che
forniscono un’immagine distorta della nostra agricoltura e danneggiano lo
sforzo verso un continuo miglioramento messo in campo ogni giorno dagli
operatori della filiera agroalimentare”.
“Un
progetto innovativo e lungimirante – commenta Enrica Gentile, AD di Areté
– che intercetta perfettamente il bisogno di trasparenza e di chiarezza che
emerge sul mondo agricolo. Come Areté ci occuperemo di selezionare le fonti più
attendibili e di “far parlare i dati”, con l’obiettivo di restituire agli
operatori e al grande pubblico un’immagine del settore che sia il più
realistica ed oggettiva possibile. “I primi dati – continua Gentile - mostrano
chiaramente come l’agricoltura italiana non solo abbia fatto e stia facendo un
percorso estremamente virtuoso dal punto di vista della sostenibilità e della
riduzione degli input, ma si posizioni anche in tal senso ai migliori livelli
tra gli importanti Paesi agricoli dell’UE. Uno sforzo importante che ha
consentito di preservare la produttività lavorando su efficientamento degli input
ed innovazione tecnologica”.
Ciò che emerge
in breve
Ciò che emerge chiaramente dal
report è di fatto una fotografia dello stato di salute dell’agricoltura
italiana che fa comprendere non solo il grande impegno verso un uso sempre più
ottimale delle risorse, ma anche la grande complessità del settore.
Ne sono
degli esempi evidenti i dati relativi all’utilizzo di energia in agricoltura o
alle principali emissioni inquinanti del settore - inclusi i gas ad effetto
serra - ma anche quelli riguardati i residui di agrofarmaci negli alimenti.
Altri
trend interessanti relativi al settore della difesa riguardano l’andamento
delle quantità vendute di tutte le tipologie agrofarmaci in Italia, anche e
soprattutto in relazioni all’andamento delle autorizzazioni di nuovi
agrofarmaci, che ci aiutano a capire come le
Imprese continuino ad investire costantemente nella ricerca e sviluppo di
prodotti sempre meno impattanti e più efficaci e la crescente
professionalizzazione degli agricoltori nel loro corretto uso.
Utili a
completare il quadro, infine, la rappresentazione delle principali colture
minori in Italia e dell’evoluzione delle specie aliene che, anche a causa del
cambiamento climatico, crescono sempre più non solo in numero, ma anche nella
“forza” con cui si manifestano all’interno del territorio italiano.
I temi
analizzati nello specifico nel primo report dell’Osservatorio
Agrofarma
Un’analisi
sullo stato di salute agroambientale dell’Italia anche in raffronto con alcuni
Paesi Ue mostra come a fronte di un valore aggiunto del settore agricolo
nazionale rimasto sostanzialmente stabile rispetto ai primi anni 2000, si sono ridotti sostanzialmente
sia l’utilizzo di energia in agricoltura
(-13%) sia tutte le
principali emissioni inquinanti del settore, inclusi i gas ad
effetto serra (-14%), con livelli di emissioni di ammoniaca sostanzialmente già
in linea con gli obiettivi di riduzione per il 2030 concordati con l’UE.
Contemporaneamente,
i dati relativi ai residui di agrofarmaci negli alimenti rivelano
un’agricoltura italiana estremamente sicura sia in termini assoluti - l’Italia ha registrato una costante riduzione
delle percentuali di alimenti con residui oltre i limiti di
legge, fino a scendere nel 2021 allo 0,7% di campioni non conformi – sia al
confronto con i principali Paesi UE (Germania, Francia, Spagna). Tra i diversi Paesi UE, l’Italia, con 9639
campioni analizzati, è quello con la più alta percentuale di prodotti con
residui non rilevati (62,7%).
Un uso
attento delle risorse che trova conferma nell’evoluzione delle vendite di agrofarmaci, in netta contrazione negli
ultimi 10 anni, con la significativa complessiva riduzione in
Italia del 12% tra il triennio 2019-21 e quello 2011-13. Le riduzioni sono
ancora più consistenti quando si guarda ai volumi di principi attivi in essi
contenuti. Una contrazione complessiva del -17% tra il triennio 2019-21 e
quello 2011-13.
Un trend
del tutto differente è quello che interessa la categoria di agrofarmaci contenenti principi attivi
anche di natura biologica. In
questo caso la crescita
tra il triennio 2019-21 e quello 2011-13 è del +102%.
Tra le
tematiche coperte dall’Osservatorio, vi è anche l’evoluzione di alcune colture
minori, utile a monitorare e comprendere i nuovi mercati potenziali per gli
agrofarmaci, e le specifiche esigenze di difesa di colture con superfici ancora
contenute ma tassi di crescita particolarmente interessanti: l’Italia emerge
come il secondo Paese in tutta l’Ue (dietro la sola Spagna) in termini di
varietà di colture presenti sul suo territorio. Un’analisi
sull’andamento delle superfici coltivate negli ultimi 10 anni
mostra un panorama in costante evoluzione, con alcune colture minori ormai
consolidate nella struttura produttiva italiana, quali cece, pisello proteico e
carota, ma anche altre colture che - seppur interessando superfici ancora
ridotte - hanno registrato una notevole espansione (tra queste, in particolare,
melograno, lino, arachide).
L’innovazione
tecnologica, inclusa la disponibilità sul mercato di agrofarmaci innovativi, è
un fattore determinante nella lotta alle avversità biotiche emergenti, la cui
diffusione sul territorio italiano è collegata – tra gli altri – anche ai
fenomeni di cambiamento climatico ed alla progressiva interconnessione tra i
mercati, che favoriscono la diffusione di patogeni in aree diverse da quelle di
origine (come nel caso del batterio Xylella fastidiosa), o un aumento della
virulenza di patogeni già presenti sul territorio (come nel caso della
peronospora della vite, della patata e del pomodoro). Gli agrofarmaci
innovativi svolgono in questo contesto un ruolo centrale, all’interno di una
più ampia strategia di difesa che integra misure preventive, curative e di
mitigazione degli impatti, anche basate sull’adattamento delle tecniche
produttive e sull’utilizzo di innovazioni tecnologiche e della smart
agriculture.
L’ultima
tematica affrontata analizza lo stato e gli andamenti dell’immissione sul
mercato di nuovi agrofarmaci. Nonostante la succitata riduzione nelle vendite
di agrofarmaci in Italia nell’ultimo decennio, il numero di nuovi agrofarmaci
autorizzati rimane pressoché costante, indicando una sempre crescente
attenzione all’innovazione e alla sostenibilità, confermate anche dal numero
dei nuovi agrofarmaci autorizzati per l’impiego in agricoltura biologica.
Nell’ultimo
anno e mezzo (da gennaio 2022 a giugno 2023), sono stati autorizzati in Italia
un totale di 175 prodotti, di cui 23 il cui utilizzo è consentito in
agricoltura biologica. Di questi, il 40% è rappresentato da fungicidi, un
quarto circa da insetticidi/acaricidi/feromoni e un altro quarto da diserbanti.