“Circular fashion. Potenzialità e sfide dell’economia
circolare per il settore moda”: è questo il titolo dell’incontro organizzato da
Fondazione Fashion Research Italy, giovedì 12 ottobre alle ore 17.
Dopo la pausa
estiva, riprende infatti presso l’headquarter bolognese della Fondazione (Via del Fonditore, 12) il ciclo di appuntamenti
dedicati a moda sostenibile e fashion heritag. L’evento segue la presentazione del maggio scorso sulla Creatività Sostenibile, le nuove tendenze e innovazioni tessili e moda AI 24-25, ed è stato organizzato in
collaborazione con Milano Unica e Confindustria Emilia Area Centro, e con il
patrocinio di Carpi Fashion System e Clust-ER Create.
Tutte queste iniziative -
formative, consulenziali e divulgative - fanno parte dell'hub Punto
Sostenibilità, un progetto di Fondazione FRI che offre alle manifatture italiane strumenti concreti per intraprendere una svolta decisiva verso l’ecosostenibilità della moda sposandone una nuova visione, rispettosa dell’ambiente e dei lavoratori e votata all’innovazione. Si presenta come un luogo virtuale e fisico di incontro tra domanda e offerta, in cui toccare con mano le risorse e godere di una panoramica sempre aggiornata attorno alle proposte disponibili sul mercato, ma ambisce a diventare un punto di riferimento per le imprese di ogni dimensione, che potranno trovare supporto e orientamento nella loro svolta green.
Oggi più che mai il sistema moda sta vivendo un cambiamento
sostanziale rispetto alla tradizionale logica manifatturiera del sistema moda;
il tradizionale approccio produttivo definito take-make-use-dispose (risorse-produzione-consumo-scarto),
che per la gran parte dei casi si basa sul consumo di materie prime vergini per
la creazione dei filati con cui confezionare i capi, destinati da ultimo a
finire in inceneritori o discariche, non è più accettabile, né per i
consumatori né per le istituzioni. Non si tratta quindi più solo di una remora etica, ma di
normative stringenti, come la Strategia Europea per il tessile sostenibile,
istituita dalla Commissione Europea, che cercano di far fronte alla difformità
delle lunghe catene produttive del fashion, per avvicinare questo settore
inquinante all’economia circolare.
“Quella della sostenibilità è una scelta scalabile in molte
declinazioni e comportamenti virtuosi che tutti possono adottare, dal singolo
consumatore alla multinazionale”, dichiara Alberto Masotti, presidente
della Fondazione Fashion Research Italy, “innovazione e sostenibilità
troppo a lungo sono state appannaggio delle grandi realtà, spesso responsabili
delle scelte strategiche della filiera. È tempo di diffondere orizzontalmente
nuovi modelli di business. Noi tutti, in Fondazione, crediamo i tempi siano
ormai maturi per consolidare anche in Italia la cultura della sostenibilità e
ci operiamo perché ciò avvenga".
Durante l’incontro si confronteranno, istituzioni, imprese,
professionisti e multiutility per fornire ai partecipanti uno spaccato sulla
raccolta differenziata del tessile, sulla regolamentazione del nuovo modello
EPR a livello europeo e sulle prossime sfide di filiera relative
all’etichettatura ambientale, al packaging e all’ecodesign.
Interverranno, Silvia Gambi, giornalista
e autrice del podcast Solo Moda Sostenibile; Massimo Garuti, referente
Innovazione del Carpi Fashion System; Filippo Forni, head of innovation and sustainability di Confindustria Emilia Area Centro, Maria Silvia Pazzi, founder
& CEO di Regenesi, e Claudia D’Angelo, responsabile archivio e punto sostenibilità Fondazione FRI. A moderare sarà Andrea Guolo, giornalista di
Milano Finanza Fashion e Vogue Italia.
La partecipazione è gratuita con prenotazione obbligatoria
a: eventi@ffri.it
Fondazione FRI è un'organizzazione no-profit fondata nel 2015 a
Bologna dall'imprenditore Alberto Masotti, ex amministratore delegato del
gruppo di lingerie di lusso La Perla, con l'ambizione di stimolare la crescita
delle PMI italiane attraverso consulenze e percorsi di formazione mirati. Da
sempre sostenitrice della cultura aziendale e del saper fare proprio del
comparto moda italiano, ne tramanda la tradizione tessile attraverso un
prezioso archivio di textile design. 30.000 disegni antichi e moderni su carta
e tessuto, e 5.000 volumi d’ispirazione, catalogati e digitalizzati per la
consultazione di uffici stile, designer e confezionisti. Un patrimonio
dall’immenso valore artistico e culturale, recentemente arricchito di oltre
2.500 campioni di tessili, accessori e packaging con caratteristiche di
sostenibilità, per favorire la progettazione di collezioni rispettose
dell’ambiente e dei lavoratori, e votate all’innovazione.