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Espansione Group, la nuova generazione fa luce sull'innovazione nelle tecnologie mediche

04/06/2024

Da sinistra: Alessandro Fier, CEO, Luca Trimigno, Chief Strategy Officer, e Matteo Corbellino, Chief Marketing and Innovation Officer di Espansione Group
Da sinistra: Alessandro Fier, CEO, Luca Trimigno, Chief Strategy Officer, e Matteo Corbellino, Chief Marketing and Innovation Officer di Espansione Group

Martedì 4 giugno, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso la sede di Confindustria Emilia, a Bologna, Espansione Group ha presentato il clearing regolatorio della sua ultima tecnologia di fotobiomodulazione, mirata al trattamento della maculopatia degenerativa senile (AMD), principale causa di cecità nel mondo occidentale.

Fondata nel 1981, Espansione Group ha una storia imprenditoriale di resilienza. L’azienda è stata avviata come distributore di dispositivi medici, ma i suoi fondatori, Rodolfo Pomar e Morena Gomedi, hanno presto riconosciuto il potenziale trasformativo delle light-based therapies nella medicina. Guidati da ingegnosità e ambizione, hanno diretto l’azienda verso l’apertura dei propri impianti di ricerca e sviluppo e produzione. Questo ha portato nel 2019 al lancio della Light Modulation®, tecnologia di fotobiomodulazione (PBM), per uso oftalmico, rivoluzionando il panorama dei trattamenti per una serie di condizioni del segmento anteriore dell’occhio.

I fondatori nel 2021 hanno lasciato l’azienda nelle mani di una nuova generazione di imprenditori per scalare l’opportunità. Una nuova leadership ha visto Alessandro Fier, Matteo Corbellino e Luca Trimigno infondere nel gruppo di Espansione un nuovo dinamismo, realizzando una successione intergenerazionale extra-familiare contro le complessità che questi processi spesso comportano. I giovani leader, tutti al di sotto dei 30 anni all’epoca, hanno affrontato le sfide di guidare un’azienda in un mercato globale competitivo. Oggi l’azienda è presente in oltre 40 Paesi nel mondo con una quota export che supera il 90%, e i suoi prodotti sono rivenduti da alcune delle più importanti multinazionali del settore come Essilorluxottica, Topcon ed Alcon. Dal 2020 ad oggi il fatturato dell’azienda è cresciuto di quasi il 30% all’anno.  

Ci siamo presto resi conto che la mentalità umile, pragmatica e resiliente delle PMI italiane ci permette spesso di essere più veloci ed efficaci rispetto ai nostri concorrenti più grandi, e questo è diventato una parte fondamentale della ricetta del successo. Siamo stati ispirati da tanti imprenditori Italiani capaci di creare delle eccellenze globali nei loro settori di riferimento, spesso di nicchia. Se fossimo nati in Silicon Valley forse la penseremmo diversamente, ma siamo tutti nati nella Pianura Padana e ci ritroviamo molto in questa cultura”, commenta il CEO, Alessandro Fier. “Rappresentiamo la nuova generazione ma non vogliamo che si perda il DNA imprenditoriale dell’azienda, anzi vogliamo potenziarlo con gli strumenti e le competenze più moderne e innovative per creare il massimo del valore”.  

Dopo il cambio generazionale abbiamo applicato una mentalità di lungo periodo con fornitori e partner commerciali - volevamo che la crescita dell’azienda fosse sostenuta da fondamenta solide”, conclude Luca Trimigno, Chief Strategy Officer. “Internamente, abbiamo condotto un importante percorso trasformativo per le persone e i processi dell’azienda. Abbiamo continuamente investito in nuovi strumenti e processi digitali, e assunto giovani talenti con formazione di alto livello. Abbiamo anche cercato di coinvolgere la base dipendenti ereditata, facendoli contribuire alla rinnovata cultura aziendale”.  

Le nuove generazioni possono portare molto valore alle nostre PMI. Innovazione, digitalizzazione e mentalità di lungo periodo sono fattori molto importanti per mantenere alta la competitività delle nostre realtà aziendali. Spesso nelle aziende senza ricambio generazionale queste caratteristiche vengono gradualmente a mancare. La storia di Espansione Group è un incoraggiante esempio di giovani che scelgono la vita imprenditoriale all’interno del territorio, invece che cercare carriere all’estero in grandi aziende o start-up, creando valore e indotto”, sottolinea l’lng. Sonia Bonfiglioli, vicepresidente di Confindustria Emilia e Presidente di Bonfiglioli Riduttori.  

Per l’assessore allo Sviluppo economico e Lavoro della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, “l’esperienza di Espansione Group ci racconta una storia di successo scaturita dalla capacità di coniugare la tradizione e la flessibilità tipica delle PMI emiliano-romagnole con l’innovazione tecnologica. Una storia che diventa anche un esempio di come si possa garantire un futuro alle tante aziende oggi alle prese con il difficile passaggio generazionale. Le nuove competenze, l’entusiasmo e la visione delle giovani generazioni digitali rappresentano una ricchezza per il nostro sistema imprenditoriale. Non a caso - conclude - come Regione Emilia-Romagna abbiamo fatto una legge per attrarre e trattenere talenti: abbiamo bisogno di avere giovani “teste” per continuare a competere nel mondo con le nostre eccellenze”.

Secondo la ricerca del McKinsey Global lnstitute ‘A microscope on small businesses: Spotting opportunities to boost productivity’, le PMI si confermano la spina dorsale delle economie globali, rappresentando i 2/3 dell’occupazione nelle economie avanzate e la metà del valore aggiunto complessivo”, aggiunge Alberto Farroni, Associate Partner di McKinsey & Company. “In questo segmento di imprese esiste tuttavia un gap di produttività rispetto alle realtà più grandi, spesso dovuto a un più difficile accesso ai mercati globali, ai capitali e alle tecnologie. Ridurre questo divario in Italia equivarrebbe al 6,5% di PIL”.      

Espansione Group presenta l’autorizzazione regolatoria della sua ultima tecnologia di fotobiomodulazione, mirata al trattamento della maculopatia degenerativa senile (AMO), principale causa di cecità nel mondo occidentale. Il trattamento è somministrato attraverso una maschera, delle dimensioni di un visore VR, poggiata sul viso che emette un protocollo luminoso sicuro e non invasivo che rallenta la degenerazione della malattia, garantendo una migliore qualità visiva per un tempo più prolungato. La maculopatia degenerativa senile (AMO) è una condizione degenerativa che colpisce la visione centrale fino alla progressiva cecità e si prevede che colpirà circa 280 milioni di persone in tutto il mondo entro il 2040.  

La maculopatia degenerativa è una patologia estremamente pervasiva, impattante e per cui i trattamenti possibili erano limitati. Questa innovazione è un punto di arrivo ed uno di partenza per Espansione Group. Da un lato, conferma la capacità dell’azienda di portare a pazienti e dottori innovazioni significative in termini di tecnologie e applicazioni”, commenta ancora Alessandro Fier. “Dall’altra, ci pone all’inizio di un ambizioso piano industriale per portare l’efficacia delle nostre tecnologie anche in altri ambiti di trattamento, in oculistica ed oltre. Questa importante innovazione sarà un importante tassello il nostro piano di sviluppo organico, che prevede crescite a doppia cifra nei prossimi anni, reinvestendo i profitti principalmente in progetti di R&D e nuove assunzioni”.  

Questa pietra miliare è un prodotto degli sforzi instancabili del nostro team sullo sviluppo clinico e del forte legame che condividiamo con la comunità scientifica italiana e internazionale, a cui siamo estremamente grati e senza la quale questa innovazione non sarebbe stata possibile. Siamo orgogliosi che siano sei (Napoli, Torino, Genova, Bari, Catanzaro, Forlì) i centri di ricerca di università pubbliche italiane che hanno contribuito alla validazione dell’efficacia del trattamento”, aggiunge Matteo Corbellino, Chief Marketing and lnnovation Officer. “Siamo convinti che questa innovazione servirà da apripista a nuove applicazioni che renderanno la fotobiomodulazione una tecnologia molto importante per la pratica oculistica”.  

Questo successo è un riconoscimento formale per la passione e l’impegno che ci guidano tutti i giorni. Investiamo senza sosta con curiosità e determinazione per essere l’avanguardia del settore, con l’obiettivo di migliorare la cura e la soddisfazione dei pazienti, in allineamento con i nostri valori. Questa nuova autorizzazione segna l’inizio del nostro nuovo percorso e riflette la nostra mission di portare sul mercato tecnologie non invasive ed efficaci, sostenuti dalla nostra solida pipeline di innovazione”, evidenzia  Luca Trimigno.  

L’efficacia biologica della fotobiomodulazione sta aprendo nuovi orizzonti terapeutici per alcune delle patologie più impattanti nell’ambito dell’Oftalmologia”, dichiara Giuseppe Giannaccare, professore ordinario di malattie dell’apparato visivo presso l’Università di Cagliari e Direttore della Struttura Complessa di Oculistica presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari. “È un’opportunità entusiasmante per pazienti e ricercatori, anche se la prospettiva degli impatti sulla pratica clinica è fissata sul medio-lungo termine”.  

Per una buona parte dei pazienti con degenerazione maculare legata all’età, in particolare nelle forme secche iniziali, non esistono delle linee guida di trattamento riconosciute, o che comunque, abbiano un significativo impatto sulla progressione della malattia”, commenta Enrico Borrelli, professore associato di malattie dell’apparato visivo presso il dipartimento di oftalmologia dell’Università di Torino, diretto dal Prof. Reibaldi. Borrelli prosegue: “Visitiamo questi pazienti regolarmente e nel corso degli anni vediamo la loro vista peggiorare. Potere offrire loro un trattamento non invasivo e sicuro apre orizzonti dall’impatto molto significativo per rallentare il decorso della malattia”.  

Nel mondo occidentale, dove la medicina e i servizi garantiscono accesso alle cure, la maculopatia è la condizione clinica che, nella terza età, causa maggiormente ipovisione. Questa condizione impatta particolarmente sulle abilità fini del quotidiano, sulla lettura e sul riconoscimento di volti nelle interazioni sociali”, dichiara Claudio Cassinelli, presidente della Fondazione Chiassone di Genova. “Compito dell’intervento riabilitativo, all’insorgere di una disabilità visiva, è di valorizzare al massimo il residuo visivo e costruire strategie utili a mantenere più a lungo possibile le autonomie. Questo percorso deve essere quanto più precoce e complementare alle cure terapeutiche dell’organo”.    

L’oculistica oggi è un settore che presenta varie criticità: in particolare l’aumento dei bisogni di salute di una popolazione sempre più anziana coincide con il numero limitato di oculisti che lavorano nel Servizio Sanitario Nazionale”, sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che aggiunge: “L’obiettivo della sanità pubblica deve essere sempre quello di rendere accessibili le tecnologie innovative in maniera equa per tutti i pazienti, perché in oculistica significa anche prevenire la cecità. E quando i sistemi sanitari non raggiungono questo obiettivo, è anche una sconfitta per la scienza, i cui progressi non si traducono in benefici di salute per le persone”.

Consideriamo la nostra tecnologia come una piattaforma su cui costruire un portafoglio di terapie efficaci e non invasive in varie indicazioni d’uso”, conclude Matteo Corbellino. “Gli sforzi di ricerca della comunità accademica globale sulla tecnologia della fotobiomodulazione stanno rapidamente aumentando in nuove applicazioni mediche, dalle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson fino a condizioni autoimmuni”.

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