
Martedì 25 novembre alle ore 19.00 in Florim Gallery si è svolto, con il patrocinio di Ospedale di Sassuolo, il quarto e ultimo appuntamento del calendario 2025 degli "Incontri della salute" - gli eventi gratuiti promossi da Florim con l'obiettivo di accrescere nelle persone del territorio la cultura della prevenzione e dei sani stili di vita. Il traguardo del 50° incontro rappresenta una conferma dell’impegno costante nel promuovere conoscenza, consapevolezza e cura della comunità.
Durante la serata sono stati presentati i risultati del progetto Alfa Salus, lo screening gratuito rivolto ai dipendenti Florim basato sulla ricerca dell’antigene prostatico tramite prelievo volontario del sangue. Gli esperti intervenuti hanno illustrato come lo screening oncologico stia attraversando una trasformazione radicale, guidata dalla ricerca su geni e biomarcatori e dall’evoluzione delle tecnologie omiche. Dai tradizionali esami standardizzati, si sta infatti passando a strategie di prevenzione sempre più personalizzate, basate sulle caratteristiche genetiche e molecolari dei singoli individui .
Marcella Camellini - coordinatore scientifico delle attività formative presso il Centro Salute e Formazione, medico dell'U.O. di Cardiologia Ospedale di Sassuolo – moderatrice della serata, ha affermato: “L’analisi genetica permette oggi di individuare mutazioni ereditarie legate a una predisposizione aumentata a determinati tipi di cancro, quindi l’identificazione di nuovi biomarcatori sta aprendo la strada a screening oncologici sempre più precisi, predittivi e tempestivi”.
Morgan Bruschi, responsabile dell’U.O. di Urologia dell’Ospedale di Sassuolo, e Andrea Iseppi, medico dell’U.O. di Urologia dell’Ospedale di Sassuolo, alla luce dei risultati raccolti dal progetto Alfa Salus hanno sottolineato come “geni e biomarcatori si rivelino strumenti fondamentali grazie alla loro capacità di individuare con precisione il rischio individuale, permettendo di intervenire in modo mirato e precoce, spesso prima ancora della comparsa dei sintomi”.
Lucia Longo, responsabile UOSD di Oncologia Area Sud Ausl Modena, ha posto l’attenzione sulla differenza tra prevenzione primaria e secondaria analizzando gli screening in essere in Emilia-Romagna. Qui la prevenzione primaria si concentra sulla riduzione dei fattori di rischio, come stili di vita e vaccinazioni mentre la prevenzione secondaria si garantisce con screening gratuiti per mammella, cervice uterina e colon-retto, mirando alla diagnosi precoce.
Massimiliano Nicolini , medico dell’U.O. dell’Oncologia di Modena, ha ribadito "quanto la collaborazione interdisciplinare si confermi un fattore chiave per accelerare l’evoluzione degli screening e trasformare l’innovazione scientifica in strumenti concreti a beneficio dei cittadini. Un team multidisciplinare è il cuore della cura oncologica".
Elena Barbieri, medico presso la Struttura Complessa di Oncologia dell’AOU Policlinico di Modena, si è soffermata sulle attività dell'ambulatorio eredo-familiare del Policlinico di Modena, nel quale si svolge un percorso specialistico di consulenza genetica per pazienti con tumore e ai loro familiari, identificando mutazioni a rischio.
La ricerca su geni e biomarcatori rappresenta oggi una delle frontiere più promettenti della prevenzione oncologica. Con un approccio integrato, personalizzato e supportato dalla collaborazione tra professionisti, lo screening può diventare uno strumento sempre più potente: capace non solo di anticipare la malattia, ma di adattarsi alle esigenze uniche di ogni persona.