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B. Braun Avitum Italy-Ima: la filiera emiliana è servita

19/02/2018

B. Braun Avitum Italy, Ima e Regione Emilia-Romagna: il lavoro di squadra paga. L’azienda biomedicale, parte del colosso tedesco B. Braun, ha trovato nella multinazionale bolognese e nell’istituzione di viale Aldo Moro i partner ideali per portare avanti un piano di espansione a beneficio di tutta l’Area nord modenese. La presentazione ufficiale di questa feconda alleanza è avvenuta nel quartier generale di B. Braun Avitum Italy, a Mirandola, alla presenza dell’ad Francesco Benatti, del direttore Regulatory Affairs Giuliana Gavioli, del presidente e ad di Ima Alberto Vacchi, dell’assessore alle Attività produttive della Regione Palma Costi e del sindaco di Mirandola Maino Benatti.

Sostenuta dalla Regione attraverso la legge 14/2014 (“Promozione degli investimenti in Emilia-Romagna”), l’azienda mirandolese ha messo in piedi un progetto per lo sviluppo di contenitori speciali per farmaci e, parallelamente, un nuovo laboratorio di ricerca (Performance e Usability - Human Factor). La Regione coprirà il progetto con un contributo e di 1.517.406 euro su un investimento complessivo di 3.608.658. A regime si parla di 50 nuove assunzioni.

«Questo bando, associato ai benefici fiscali di super e iper ammortamento offerti dal ministero dello Sviluppo economico, e complice l’aumentata richiesta negli Usa dei nostri prodotti, ci ha consentito di dare la stura allo sviluppo di contenitori speciali che verranno poi riempiti da un’impresa di Teramo utilizzando un impianto prodotto per noi dalla Ima», ha commentato Francesco Benatti, amministratore delegato di B.Braun Avitum Italy.

L’impianto di Ima è un concentrato di tecnologia. Prodotto in esclusiva per B. Braun Avitum Italy e pensato in una logica di grande “customizzazione” dovrebbe entrare in funzione entro la fine dell’anno. Il suo compito sarà chiudere in ambiente asettico “buste” contenenti antibiotico che nel giro di un paio di anni, passato lo scoglio Fda (l’ente che in Usa regola il commercio dei prodotti alimentari e farmaceutici), verranno commercializzate sul mercato a stelle e strisce.

Insomma, si tratta di un importante successo per l’azienda biomedicale. Solo sei anni fa era alle prese con i danni e le conseguenze del terremoto. Ma dal sisma in poi è stato un crescendo: in sei anni sono stati investiti a Mirandola circa 30 milioni di euro. Questi soldi sono serviti per ricostruire, ampliare e modernizzare le aree produttive di via XXV luglio.
 
Il fatturato, nel frattempo, è aumentato del 34,5% raggiungendo, nel 2016, 62,7 milioni di euro e arrivando a sfiorare i 70 milioni nel 2017. Nel 2020 si stima possa superare gli 85 milioni. A quella data ci si attende anche un aumento sensibile dell’occupazione: 354 dipendenti in totale, ovvero un +106% rispetto al 2012, l’annus horribilis del terremoto.

«È un grande orgoglio essere parte di questo progetto», ha concluso Alberto Vacchi. «Un orgoglio duplice, se possibile, che ha due punti vista: quello da presidente e ad di Ima e quello da presidente di Confindustria Emilia. Il concetto della filiera, perno fondamentale del futuro assetto associativo e della metamorfosi a cui tutte le aziende emiliane sono chiamate, si esprime nel miglior modo possibile con B. Braun Avitum Italy. Con loro, d’altro canto, abbiamo un rapporto di collaborazione pluriennale che oggi raggiunge un livello di assoluta eccellenza».

APPROFONDIMENTO. Legge 14/2014, così la Regione Emilia-Romagna promuove gli investimenti

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