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In Emilia-Romagna crescono le richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese: +7%

24/07/2018

Le rilevazioni del I semestre 2018 elaborate da Crif relativamente al numero di richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese italiane, nell’aggregato di ditte individuali e società di capitali, hanno evidenziato una sostanziale stabilità (+0,4%)rispetto allo stesso periodo del 2017, cui si accompagna tuttavia una pesante flessione dell’importo medio richiesto (-11,6%).

Nel complesso sono state le richieste da parte delle Imprese individuali ad aver evidenziato una dinamica negativa (-0,5%) mentre le Società di capitale hanno visto, invece, una crescita pari a +0,9%. Queste le principali evidenze emerse dall’ultima analisi effettuata da Crif sulla base del patrimonio informativo di Eurisc, il sistema di informazioni creditizie, che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni creditizie, di cui oltre 9 milioni riconducibili a imprese.

La situazione in Emilia-Romagna. Per quanto riguarda nello specifico l’Emilia-Romagna, nel I semestre 2018 il numero di richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti da parte delle imprese è cresciuto del +7% rispetto al 2017, una performance ben più alta del dato rilevato a livello nazionale. Prendendo in considerazione il volume complessivo delle richieste, va sottolineato come la regione si posizioni al secondo posto nella classifica nazionale, come già anche nell’anno precedente, alle spalle solamente della Lombardia.

A livello provinciale, si osserva una crescita diffusa, seppur con intensità differenti, e solo la provincia di Bologna fa segnare una seppur lieve variazione negativa (-0,2%). Reggio Emilia, invece, ottiene la miglior performance regionale con un brillante +15,4%, davanti a Piacenza (+13,1%) e Ferrara (+11,1%).

L’importo medio richiesto dalle imprese emiliano-romagnole, invece, si mantiene sostanzialmente stabile rispetto al corrispondente semestre 2017 e con 62.878 euro si colloca al di sotto la media nazionale (65.576 euro). In regione l’importo medio più elevato caratterizza Ferrara, con 88.897 euro, seguita da Bologna, con 86.550 euro.

Un nuovo approfondimento presentato nell’ultima edizione del Barometro Crif permette di osservare anche la distribuzione delle richieste per classi di fatturato delle imprese stesse. Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, dall’analisi emerge che un terzo delle richieste di finanziamento, quota che risulta maggioritaria, è effettuata da microimprese con fatturato compreso tra 50mila euro e 500mila euro, che numericamente risultano preponderanti. Per altro, l’incidenza di questa tipologia di richiedenti risulta in linea con il dato del 2017 (+0,3 punti percentuali).

"Dopo la dinamica negativa che aveva caratterizzato la prima parte del 2017, la rilevazione relativa ai primi sei mesi dell’anno in corso mostra una leggera ripresa del numero di richieste di credito da parte delle imprese italiane, con una positiva accentuazione in Emilia-Romagna. Le società di capitali mostrano una maggiore dinamicità ma entrambi i comparti fanno registrare una stabilizzazione dell’importo mediamente richiesto, anche a conferma che in questa fase è meno sentita l’esigenza di fare provvista",commenta Simone Capecchi, Executive Director di Crif.

“Va detto che le imprese si trovano ancora in una fase in cui cercano di trarre stimoli e sinergie più forti dal territorio e dalla filiera produttiva di appartenenza. In questo scenario le aziende di credito stanno continuando a stimolare la domanda sfruttando anche il favorevole contesto di mercato, caratterizzato da un lato dalla possibilità di offrire denaro a condizioni estremamente appetibili, dall’altra da livelli di rischio in progressivo miglioramento. La condivisione e la valorizzazione delle informazioni a livello di ecosistema rappresentano, quindi, un fattore cruciale, in grado di fornire nuova energia al mercato e garantendo adeguato supporto a una domanda di credito che si sta orientando sempre di più verso gli investimenti e le attività di sviluppo del business",conclude Capecchi .

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