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Alessandro Baricco: Digitale, il gioco che ha cambiato l’umanità

04/09/2019

La nostra civiltà è in costante movimento, e non sono mancati nella storia momenti in cui si sono avute accelerazioni, anche importanti. Quella di cui vorrei parlarvi è ciò che va sotto il nome di “rivoluzione digitale”: chiamiamo questa accelerata spettacolare che ha cambiato almeno una metà dei principi su cui era fondata la nostra civiltà.

I passi del digitale
Gli effetti di questa rivoluzione sono nelle nostre vite, ne abbiamo a che fare tutti i giorni, forse non abbiamo ancora la lucidità necessaria a giudicarli, ma li conosciamo abbastanza bene. Quello su cui credo vi sia grande ignoranza è la storia di come questa rivoluzione è nata e si è sviluppata. E invece sarebbe utile, per sapere dove andare, conoscere meglio questo percorso, questo viaggio.

Un viaggio che nasce negli anni ’70, in cui c’è stato un momento in cui noi abbiamo scelto di sviluppare una tecnologia, quella digitale. È importante sapere che non era scontato e quella non era necessariamente la tecnologia più interessante fino ad allora. Dobbiamo questa scelta a un gruppo di pionieri, statunitensi, per la precisione californiani, dell’area che poi è stata definita Silicon valley, che decisero di approfondire questo insieme di discipline per sapere dove avrebbero portato.
Se volessimo, in estrema sintesi, definire cosa sia il digitale, si potrebbe dire che ha questa caratteristica: trasformare tutto il mondo materiale in sequenze di cifre. Il che diventa utilissimo se vogliamo farlo viaggiare, modificarlo. In fondo, quindi, il digitale prometteva la traduzione del mondo in un materiale più leggero e più economico. Come si è iniziato a sondare le potenzialità del digitale? Attraverso i videogiochi, che sono stati per un certo periodo di tempo il cuore dell’esperienza digitale.

Il secondo passo si è avuto a inizio anni ’80, quando alcune persone iniziarono a dare corpo a un pensiero inimmaginabile: mettere un computer su ogni scrivania, dare un pc a ogni persona. Dove l’idea di fondo era che lo strumento dialogasse con le persone, qualunque persona, non i professionisti che fino ad allora erano gli unici ad avere accesso al digitale.

Il significato di un pensiero folle
Sembrava una follia, ma da lì è partita la digitalizzazione del mondo, suoni, immagini, video. E nel 2002 si è stimato si sia arrivati a digitalizzare più della metà dei dati conservati dagli umani. Un processo, per la nostra civiltà, rapidissimo. Poi, abbiamo avuto Internet, quindi l’idea di poter mettere in rete i nostri strumenti digitali, e poi il web, per arrivare agli smartphone, ai social, eccetera. E stiamo lavorando al prossimo step, l’intelligenza artificiale.

Non voglio annoiare con elenchi e cronologie, ma darvi modo di riflettere sul significato di quanto usiamo quotidianamente. La rivoluzione digitale ha letteralmente distrutto i punti di appoggio di una cultura: quella europea degli ultimi due secoli. Ci ha cambiati radicalmente. Se non credete a quanto si sia trattata di una spinta di carattere insurrezionale, pensate a come, una volta digitalizzato il mondo, ci siano azioni e gesti che sono diventati accessibili a tutti, letteralmente. 

Provo a fare quattro esempi: accedere alle informazioni, comunicare, esprimere opinioni, dire al mondo la propria idea del bello. Pensate a queste azioni e riflettete a chi trecento anni fa, o anche solo due generazioni fa, poteva svolgerle. Siamo passati da qualche migliaio di persone su due miliardi di umani a tutti, pressoché tutti. Chi un secolo fa aveva accesso alle informazioni e poteva comunicare il proprio pensiero? E oggi?

È una trasformazione che lascia sbalorditi: come si sopravvive a cambiamenti del genere? C’è da stupirsi che siamo ancora qui. Come possono reagire le strutture politiche, ideologiche, religiose, economiche quando si aprono i cancelli e si distribuiscono privilegi di questo tipo a tutta la popolazione, su scala mondiale? Ecco spiegato il disorientamento e i problemi di assestamento che viviamo, ecco perché il mondo è diventato sì più pericoloso, ma anche meraviglioso. 

È una rivoluzione che ci ha trasformato profondamente. Di fatto siamo reduci e stiamo vivendo, insieme ad altre grandi metamorfosi, un’esperienza che molto di rado gli umani hanno fatto nella storia dell’umanità, cioè scegliere una spaventosa e visionaria distribuzione di privilegi e provare a sopravvivere a tutto questo. Il nostro mondo ora è un campo aperto, e il gioco che ci siamo scelti è molto stressante, produce molte vittime, procura ferite, ma è anche elettrizzante.

Profilo di Alessandro Baricco
Autore di saggi, romanzi e testi teatrali tradotti e rappresentati in tutto il mondo. Molto giovane ha esordito in TV come conduttore di L’amore è un dardo, una trasmissione sull’opera lirica, e del programma dedicato alla letteratura Pickwick, del leggere e dello scrivere. 
Ha portato in teatro i grandi classici, da Omero a Moby Dick, come autore, regista e interprete e le Palladium Lectures e le Mantova Lectures, percorsi della mente dedicati a grandi temi come la Narrazione, il Tempo, la Giustizia, la Felicità, la Verità.
Ha scritto e diretto un film, Lezione 21. È preside della Scuola Holden, una scuola unica al mondo da lui fondata nel 1994 a Torino, ora anche corso di laurea, dove si insegnano le tecniche della narrazione.


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