"Siamo a tutti gli effetti attori del Servizio Sanitario Regionale e non vogliamo tirarci indietro. Al momento, nel Bolognese, siamo arrivati a offrire 805 posti letto per acuti,
di cui 308 per i pazienti Covid positivi e complessivamente 29
letti di terapia intensiva". Parola di Averardo Orta, vicepresidente di Aiop Emilia-Romagna e amministratore delegato del consorzio ospedaliero Colibrì.
Un impegno notevole quello messo in campo.
"Certo, da una capacità complessiva di quasi 1.500 posti letto nell’area
metropolitana di Bologna siamo scesi a 800 a causa delle trasformazioni, anche
edilizie, necessarie per accogliere i pazienti Covid positivi in piena
sicurezza. Ogni percorso è stato studiato in collaborazione con la task force
del Dipartimento di Sanità Pubblica".
Queste riduzioni avranno una conseguenza economica?
"Sì, tuttavia non abbiamo messo nessun dipendente in cassa integrazione
e non lo faremo. La Regione ha avuto un ruolo fondamentale, poiché ci ha
consentito di partecipare fin da subito a questa battaglia, mantenendo le
nostre aziende saldamente in campo. Anche con i rimborsi previsti, avremo ugualmente
un danno rispetto allo scorso anno, ma pensiamo che sarà sopportabile e in ogni
caso non è il momento di fare valutazioni economiche; di fronte a questa
gravissima crisi bisogna solo rimboccarsi le maniche. Riusciremo a non tagliare
i nostri organici e, anzi, stiamo valutando forme di incentivi per il nostro
personale: medici, infermieri, ausiliari, tutti impegnati in un sforzo
titanico"
Come è nato l’accordo con la Regione Emilia-Romagna?
"Grazie all’intuizione e alla prontezza dell’assessore regionale alle
Politiche per la salute Raffaele Donini: ci ha convocato alla fine del mese di febbraio, ponendo le basi dell’intesa che ci ha
consentito di entrare in campo. Ci ha chiesto se eravamo disponibili a mettere
le nostre aziende completamente al servizio del Servizio Sanitario Regionale e
noi abbiamo accettato senza condizioni o tentennamenti".
Quali sono le strutture in prima linea?
"Tutte le 13 strutture aderenti ad AIOP Bologna si sono impegnate
completamente. Iniziamo da Villalba,
l’unico ospedale che ospita sia pazienti positivi – con 25 letti di cui 7 di
terapia intensiva – sia malati non Covid con altri 25 letti, di cui 4 di
terapia intensiva. Lì sono riusciti a separare i due percorsi. Villa Laura
ora è dedicata completamente all’assistenza medica ai pazienti Covid positivi,
con 103 letti disponibili, come Villa Erbosa, con i suoi 120 letti, di cui 10
di terapia intensiva. E da mercoledì 22 aprile anche la Casa di cura Prof.
Nobili di Castiglione dei Pepoli ha dedicato 30 letti esclusivamente
pazienti Covid positivi, mantenendo comunque aperto di giorno il Punto
di Primo Intervento nonostante questo abbia richiesto uno sforzo organizzativo davvero
enorme".
Dove accogliete i pazienti non colpiti dal Coronavirus?
"A Villa Chiara di Casalecchio, che ha 124 posti di medicina,
all’Ospedale Santa Viola che ne ha 97 di medicina e riabilitazione, a Villa
Bellombra specializzata nella riabilitazione Intensiva, con 63 letti, a Villa
Nigrisoli e Villa Regina che complessivamente ne stanno utilizzando 90".
Avete dato spazio anche alla chirurgia?
"Certo. Sono a disposizione del Sant’Orsola e dell’Ausl i blocchi
ospedalieri di Villa Torri, con 98 posti letto, per la cardiochirurgia e per gli
interventi di chirurgia vascolare, e di Villa Nigrisoli e Villa Regina per la
chirurgia generale anche di alta complessità. Finora sono già stati eseguiti
centinaia di interventi per i malati che non possono aspettare, la maggior
parte oncologici, e la potenzialità è di oltre 300 interventi alla settimana,
che probabilmente verrà superata con l’avvio della collaborazione con Villalba
anche per l’attività chirurgica".
Un grande contributo a questa emergenza arriva anche da Modena e Ferrara.
"Sì, gli ospedali di Modena e Ferrara, come
avvenuto a Bologna, si sono messi a disposizione con tutti i loro mezzi e tutto
il personale. A Villa Igea di Modena, struttura prevalentemente
psichiatrica, è stato aperto un reparto con 20 posti letto per pazienti Covid post acuti. Si tratta di pazienti che sono positivi e che pertanto hanno ancora
bisogno di cure e assistenza prima di tornare al domicilio.
A Villa Pineta, Ospedale e Cra, sempre a
Modena è stato attrezzato un reparto Covid aperto oltre che ai pazienti
interni divenuti positivi al Covid anche pazienti inviati dagli ospedali di
Pavullo e Sassuolo.
Casa di Cura Fogliani, nel
modenese, svolge l’attività di cura e tutela della salute mettendo a
disposizione circa 60 posti letto come da accordo regionale con Aiop. La
struttura assicura le prestazioni ambulatoriali urgenti per alcune specialità.
A Ferrara la Casa di Cura Quisisana, si
unisce al Servizio Sanitario Nazionale mettendo a disposizione personale medico
e infermieristico e tutti i posti letto necessari, ordinari e di terapia
intensiva, per pazienti Covid, oltre che quelli indispensabili per
assicurare la piena funzionalità del Ssr. La disponibilità è di 74 posti letto.
Anche l’Ospedale
Privato Salus partecipa attivamente all’emergenza mettendo a disposizione 108
posti letto per pazienti No-Covid per decongestionare gli ospedali pubblici.
Infine un
ringraziamento va anche alle strutture psichiatriche: a Bologna l’Ospedale
Privato Accreditato Ai Colli e Villa Baruzziana; a Modena Villa
Rosa.