Si chiamano PocketQube
e rappresentano la nuova frontiera dei satelliti miniaturizzati per la ricerca
spaziale.
Il nome nasce dalla
suggestione del professor Robert J. Twiggs (Morehead State University) che qualche
anno fa propose lo standard di "un satellite che può stare in tasca".
I PocketQube infatti
hanno una dimensione di circa 5 centimetri cubo (un ottavo del volume di un
CubeSat), e la loro massa non supera i 250 grammi.
Si tratta di una
tipologia di satelliti alquanto giovane – i primi risalgono al 2009 – ma l’importanza
dei PocketQube cresce a ritmi incessanti, come soluzione alternativa ai lanci
sempre più costosi di CubeSat nell’orbita terrestre bassa.
Tra le aziende che
si occupano di PocketQube, la PMI scozzese high-tech Alba Orbital riveste un
ruolo fondamentale: non è solo un centro di supporto per i PocketQube formato
da giovanissimi ingegneri, ma anche un costruttore di piattaforme di lancio per
i PocketQube. Aziende, università e agenzie spaziali di tutto il mondo si
rivolgono ad Alba Orbital per lanciare nella bassa orbita terrestre i loro
avanzati picosatelliti.
Recentemente Alba
Orbital ha deciso di realizzare una versione aggiornata (2.0 o v2) del suo dispositivo
di lancio di Pocketqube, chiamato AlbaPod, per ottenere miglioramenti in
termini di peso, producibilità, caratteristiche di sicurezza e accessibilità.
Il team di Glasgow
si è rivolto a CRP Technology per la costruzione del sistema di rilascio:
l’azienda di Modena, che da decenni si occupa di stampa 3D professionale, ha maturato
una notevole esperienza nel fornire soluzioni all'avanguardia ai maggiori
player del settore spaziale utilizzando i materiali compositi e brevettati
Windform TOP-LINE. Infatti, la maggior parte dei Windform®
sono adatti per applicazioni spaziali funzionanti, avendo superato i test di
outgas NASA ed ESA.
Il team di Alba Orbital, insieme agli ingegneri del reparto
di Rapid Prototyping di CRP Technology, ha optato per la sinterizzazione laser
selettiva e il materiale Windform XT 2.0.
“AlbaPod v2 – hanno dichiarato gli ingegneri di Alba Orbital
– deve superare un lancio nello spazio e contenere al suo interno numerosi
satelliti: resistere a vibrazioni elevate è sempre stato un requisito
imprescindibile come quello di mantenere in sicurezza i PockeQube prima del
rilascio. La rigidezza e robustezza del Windform® XT 2.0 l’hanno
reso un candidato perfetto per questo uso. "
La scelta si è infatti rivelata perfetta: il meccanismo di
rilascio AlbaPod 2.0 ha superato con successo le procedure di controllo e ha
pienamente soddisfatto le richieste e gli standard di Alba Orbital.
Il team Alba Orbital aggiunge: “Windform XT 2.0 ci
ha permesso di progettare sezioni sottili e geometrie estremamente complesse, molto
difficili da realizzare con le tecnologie tradizionali. Ma l'aspetto più
innovativo del progetto riguarda il numero di componenti che abbiamo potuto
realizzare in Windform® XT 2.0: non solo la copertura, ma anche il
meccanismo di espulsione mobile e quello del montaggio della porta: si tratta
di componenti strutturali e di vitale importanza per il sistema di rilascio nel
suo complesso.”
Il 9 settembre 2019 Alba Orbital ha integrato in AlbaPod v2
il primo PockeQube destinato al rilascio nello spazio.
All'inizio di dicembre 2019, Alba Orbital ha lanciato in
orbita 6 satelliti PocketQube tramite il sistema di rilascio realizzato in
stampa 3D e Windform XT 2.0 AlbaPod v2 (missione: Alba Cluster 2).
Alba Cluster 2 è in orbita da 100 giorni.
Un nuovo lancio con il terzo AlbaPod v2 realizzato da CRP
Technology (e che avverrà con Alba Cluster 3) è previsto per la fine del 2020.
La realizzazione di AlbaPod v2, la tecnologia e il materiale
utilizzati, saranno presentati da CRP Technology al 4° PocketQube Workshop, che
si svolgerà presso l’Università di Glasgow l'8 e il 9 ottobre 2020.