Romano Casalboni è il direttore dello stabilimento Pelliconi di Ozzano Emilia. Su Farenews ospitiamo il racconto della sua nuova normalità. Non solo lavorativa.
Smart working, semplice
lavoro a distanza o nuovo modus operandi? Com’è cambiata la tua routine lavorativa?
"La pandemia ha modificato
radicalmente non solo le nostre abitudini sul luogo di lavoro, ma anche e
soprattutto le modalità di lavoro. La Pelliconi, fin da subito, ha avviato per
tutte quelle attività non strettamente legate alla fase produttiva vera e
propria, il ricorso al lavoro agile o
smart working. Personalmente, per il
ruolo ricoperto, ho lavorato sempre in presenza, condizione indispensabile per
avviare tutte le procedure e linee guida relative al Covid-19 all’interno dell'azienda.
La routine è stata modificata sia per gli argomenti e approcci, impensabili
fino al momento prima della pandemia, sia anche, seppur in presenza, per il
massiccio ricorso allo strumento digitale, come forma di “incontro” e
momento di condivisione e decisione tra colleghi, clienti e fornitori. Ammetto
che lo strumento digitale ha una sua efficacia, tuttavia non credo potrà mai
eliminare, completamente, l'incontro con le persone".
Come si sono riorganizzati
i diversi dipartimenti all’interno dell’azienda in questi ultimi mesi?
"Il rafforzamento dei
protocolli di sicurezza ci ha costretto a modificare diverse nostre modalità di
lavoro, per esempio eliminando completamente tutte le lavorazioni che non
permettevano, seppur con i dispositivi di protezione individuale, il
distanziamento sociale. La risposta dei lavoratori è stata immediata e da tutti
si è avuto un comportamento responsabile e collaborativo. Non sono mancati i suggerimenti
per migliorare le nostre procedure, attraverso anche i loro rappresentanti Rsu e
Rls che partecipano al nostro comitato Covid-19".
Vedi qualche nuova differenza lavorativa nella fase
2?
"Direi di no, nel senso che tra la
fase 1 e la fase 2 le nostre modalità non sono state modificate, ma piuttosto intensificate.
Un esempio: in questo momento all’interno degli uffici e in alcuni locali
chiusi, seppur rispettando la distanza sociale di oltre un metro, se vi è più
di una persona, l’utilizzo delle mascherine è obbligatorio. Il controllo della
temperatura corporea, per fare un altro esempio, quando si entra in azienda è i.
Pelliconi si è limitata ad
apportare le modifiche obbligatorie per un posto di lavoro più sicuro o è
andata oltre?
In alcuni casi si è andato
oltre. Inoltre, c’è stata e c’è una grande attenzione ai lavoratori definiti
“fragili” con la disponibilità dell’azienda ad andare incontro e supportare al
meglio queste figure più sensibili per situazioni di salute personali, in
accordo e con le indicazioni del medico competente. E ora stiamo per esempio
esaminando la possibilità di applicazioni “indossabili” dai lavoratori per la
verifica in tempo reale dell’eventuale superamento della distanza sociale".
Cosa credi che abbia insegnato alla gente
questa esperienza?
"Domanda non semplicissima, poiché
ritengo che ogni persona, sia nella sfera lavorativa sia soprattutto nella
sfera personale e privata, può avere avuto impatti e quindi insegnamenti diversi e molto personali.
In generale spero che abbia insegnato a molti che esiste una globalizzazione del pianeta, dalla quale
non possiamo prescindere, che le frontiere sono solo nella testa delle persone
e che la comunità del pianeta terra è, appunto, globale e interconnessa. Per
cui pensare solo a sé stessi o al singolo
Paese è una modalità che parte già sconfitta, come insegna purtroppo
questa pandemia globale".
Che cosa racconterai di tutto
questo tra qualche anno?
"Mi vengono in mente diverse
riflessioni, ma per amore di sintesi ne citerei una fondamentale: nessun uomo è un'isola, come ebbe a dire il poeta
e religioso inglese John Donne nel suo celeberrimo sermone del XVII secolo. La
pandemia ha modificato profondamente i comportamenti e le relazioni umane.
È aumentata la solidarietà globale, l’attenzione al pianeta terra in tutti i suoi
aspetti. Più che la rincorsa solamente o principalmente agli aspetti economici,
c'è una nuova attenzione a crescere
come comunità mondiale in un mondo interconnesso".