Rise Against Hunger Italia ha attivato una campagna di
raccolta fondi per il confezionamento di kit alimentari destinati ai profughi ucraini
accolti in Polonia e Romania. Questa associazione no profit, attiva in Italia
dal 2012 con il nome di Stop Hunger Now (dal 2017 Rise Against Hunger Italia),
ha la sua sede a Bologna (Castel Maggiore). La nostra intervista ad Alberto
Albieri, presidente di Rise Against Hunger Italia.
Che cosa
sta facendo Rise Against Hunger Italia per la popolazione Ucraina?
"La nostra mission è
quella di prestare aiuto a chi ha bisogno, e in questa triste compagine storica
il popolo ucraino sta vivendo una tragedia che non può lasciare indifferenti.
Rise Against Hunger Italia scende in campo con le armi della solidarietà,
abbiamo messo in marcia la macchina degli aiuti attivando una raccolta fondi
con l'ausilio e il prezioso supporto dei nostri partner. La rete solidale in
questo momento è decisiva, grazie alle collaborazioni già avviate negli scorsi
anni con realtà presenti nei Paesi che in queste ore hanno attivato un corridoio
umanitario. La nostra priorità, in questo momento, è prestare soccorso ai
profughi in fuga dalla guerra".
Con chi siete in
contatto sul posto?
"Sin da subito
abbiamo aperto un canale con il Banco Alimentare di Varsavia e con Feed the
Hungry in Romania, due importanti realtà con le quali abbiamo già collaborato
in questi anni e che rappresentano un supporto preziosissimo: la loro presenza
sul campo ci consente di ricevere aggiornamenti in tempo reale e ci aiuta a
comprendere quali siano le reali necessità delle persone in fuga che, come
abbiamo appurato, possono mutare di ora in ora. Distribuiremo per certo i kit alimentari prodotti grazie al
contributo dei nostri donatori, ma anche altri beni di prima necessità rispetto
ai quali stiamo attivando un serie contatti per rispondere in tempi rapidi alle
richieste".
Quando partiranno
gli aiuti?
"Il
prima possibile, non appena la logistica ce lo consentirà. La nostra policy ci
impone rigore affinché ogni singolo aiuto giunga a destinazione. Stiamo
concentrando tutti i nostri sforzi per soddisfare una richiesta inattesa, e
faremo se necessario l'impossibile per prestare soccorso a chi adesso ci tende
la mano in cerca di aiuto".
Avete
testimonianze dirette dall’Ucraina?
"La
nostra rete di donatori è presente anche in Ucraina, ma il conflitto in corso
rende difficoltose e incostanti le comunicazioni. Vorremmo avere la possibilità
di intervenire sul campo, stiamo lavorando anche per questo.
Che cosa, in
generale, possono fare Bologna e l’Emilia per dare un supporto concreto
all’Ucraina?
"I bolognesi e
l'Emilia hanno un grande cuore e una lunga tradizione che li ha resi
protagonisti negli anni in numerose campagne di solidarietà. La nostra regione
ospita la più grande comunità ucraina nel territorio italiano, lo spirito di
fratellanza qui è più vivo che mai. Approfitto di questo spazio per rivolgere
un appello a chi desidera contribuire alla nostra causa; chiunque può dare un
contributo attraverso Rise Against Hunger Italia. L'invito che rivolgo a
cittadini, aziende e istituzioni è di mettersi in contatto con noi per ricevere
indicazioni su come è possibile supportarci".
Il suo impegno dentro questa associazione nasce esattamente 10 anni fa.
"Sì, insieme alla mia famiglia, ho fondato nel 2012 Stop Hunger Now, che nel 2017 è diventata Rise Against Hunger Italia. L'associazione si
prefigge di combattere la fame nel mondo attraverso la scolarizzazione, coinvolgendo
le aziende e le persone in eventi di impacchettamento in tutta Europa con
l’intento di creare un movimento planetario contro la fame".