Perché gli
export managers non leggono gli Incoterms®? Quando possiamo usare ex works
senza particolari rischi? Queste sono state le domande più ricorrenti durante
la presentazione della Guida “Conosci davvero gli Incoterms®?” dello scorso 12
febbraio, disponibile sul sito di Confindustria Emilia nella Library
Internazionalizzazione.
Antonio Di
Meo, autore della Guida, ha risposto alle domande degli oltre 400 partecipanti
al webinar che ricoprivano ruoli negli uffici amministrativi, di logistica, di
back office commerciale, finance ecc.
Gli
Incoterms® stabiliscono la ripartizione dei costi e dei rischi del trasporto
delle merci tra il venditore e il compratore, non riguardano il contratto di
trasporto, ma il contratto di compravendita.
È nel
momento in cui si definiscono le obbligazioni contrattuali che si deve trovare
l’accordo su cosa è compreso o meno nel prezzo pattuito per quanto riguarda la
consegna. E questo accordo deve risultare in uno o più documenti contrattuali.
Non è
obbligatorio richiamare gli Incoterms® della Camera di Commercio
Internazionale, ma farlo permette di contare su una interpretazione certa e
uniforme dei termini più frequentemente adottati in una compravendita di merce.
Identificare
il luogo di consegna della merce è indispensabile per capire chi paga cosa
nelle fasi di trasferimento delle merci, ma anche quando il rischio di perdita
o danneggiamento della merce passa dal venditore al compratore, per capire
quale delle due parti possa avere un interesse ad assicurare la merce, per
sapere chi deve chiamare il trasportatore, chi deve occuparsi delle operazioni
doganali ecc.
L’ultima versione degli Incoterms® è quella del 2020, denominata Incoterms 2020®, e si compone di un set di 11 Regole, identificate con tre lettere dell’alfabeto, elaborate dalla Camera di Commercio Internazionale (ICC) di Parigi fin dal 1936. Alcune di queste regole sono utilizzabili per tutti i mezzi di trasporto, altre solo per il trasporto marittimo:
Tutti i modi di trasporto: ● EXW Ex Works (luogo di consegna convenuto) ● FCA Free Carrier (luogo di consegna convenuto) ● CPT Carriage Paid to (luogo di destinazione convenuto) ● CIP Carriage and Insurance Paid to (luogo di destinazione convenuto) ● DPU Delivered place unloaded (scaricato nel luogo di destinazione convenuto) ● DAP Delivered at Place (consegna nel luogo di destinazione convenuto) ●DDP Delivered Duty Paid (consegna nel luogo di destinazione convenuto con dogana all’export ed import pagata) |
Solo trasporto marittimo: ● FAS Free Alongside Ship (sottobordo nave al porto di imbarco convenuto) ● FOB Free On Board (caricata sulla nave nel porto di imbarco convenuto) ● CFR Cost and Freight (costo nolo fino al porto di destinazione convenuto) ● CIF Cost Insurance and Freight (costo nolo e assicurazione fino al porto di destinazione convenuto) |
Tra tutti
gli 11 Incoterms® certamente l’EX WORKS è, purtroppo, di gran lunga il più
usato dagli esportatori italiani.
Con questo
termine il venditore effettua la consegna quando mette la merce a disposizione
del compratore presso il proprio stabilimento.
Normalmente
questo avviene quando il venditore contatta il cliente, oppure il vettore
incaricato del trasporto dal cliente, avvisandolo che la merce è pronta.
In questo
momento si trasferisce il rischio di furto o danni alla merce, che si trova
ancora nello stabilimento del venditore.
All’arrivo
del vettore o del cliente, il venditore non deve caricare la merce sul mezzo di
trasporto, né ha alcun obbligo circa gli adempimenti doganali in caso di
esportazione.
Questa
regola rappresenta il minimo grado di obbligazioni per il venditore, il quale
deve solo comunicare con precisione il luogo stabilito per la consegna.
Cosa
succede se il compratore non ritira la merce? Cosa succede se il compratore non
si occupa correttamente delle operazioni doganali di esportazione? O se il
contratto prevede pagamento alla consegna e il compratore non ritira la merce,
il pagamento avverrà?
Le risposte
a queste domande fanno capire quali siano i maggiori – ma non gli unici – rischi cui il venditore si espone quando
decide di adottare l’Incoterm® EXW.
In caso di
mancato ritiro della merce il venditore non incasserà il prezzo, e se la merce
era stata fabbricata ad hoc per il cliente, quindi customizzata, non potrà
molto probabilmente ricollocarla sul mercato.
Inoltre, in
caso di esportazione, destinazione extracomunitaria della spedizione, il
termine EXW può generare rischi fiscali collegati alla difficile dimostrazione
dell’uscita della merce dal territorio comunitario, necessaria per legittimare
la fattura emessa senza IVA.
Per cercare,
quindi, di dare una risposta a una delle domande nel titolo di questo articolo,
possiamo dire che il termine EXW può essere utilizzato con meno rischi in caso
di vendita senza operazioni doganali, di merce standardizzata, in cui il
pagamento è completamente anticipato rispetto alla consegna delle merci.
Precisiamo
che questi non sono gli unici rischi da considerare, e infatti nella Guida si
potrà trovare un sortito elenco – ti ricordiamo che per avere accesso alla guida è
necessario associarsi a Confindustria Emilia, dove potrai usufruire di tutti i
servizi gratuiti pensati per le imprese –.
Ad esempio
un’altra domanda potrebbe essere: “perché gli export managers non leggono gli
Incoterms®?”
In prima
battuta perché ci sono anche export managers che hanno letto gli Incoterms® e
hanno individuato tre o quattro soluzioni che si prestano maggiormente
all’utilizzo nella realtà aziendale in cui operano.
Tuttavia
molti ancora credono, erroneamente, che gli Incoterms® siano riferiti al
contratto di trasporto e non al contratto di vendita, quindi non nella loro
sfera di competenza.
Altri
sostengono che quando sono in trattativa con i clienti spesso non hanno tempo
di considerare tutte le opzioni disponibili.
Per venire
incontro all’esigenza degli export managers di avere disponibilità di
informazioni rapide e facilmente fruibili, abbiamo realizzato un tool in cui si
individua il tipo di merce che si vuole vendere (se standard o customizzata),
si sceglie la forma di pagamento tra le 20 proposte, ed immediatamente
compaiono le 11 regole degli Incoterms® in verde, giallo o rosso a seconda
della rischiosità dell’utilizzo.
Qui sotto un
esempio, riferito a merce standard:
Ovviamente nella sezione si possono trovare anche tutti gli approfondimenti sia sugli Incoterms® che sulle principali forme di pagamento impiegate nel commercio internazionale.