Il “luogo approvato” è una semplificazione doganale che permette alle aziende di svolgere le operazioni di importazione o esportazione direttamente nei propri locali, senza dover portare le merci fisicamente in dogana. Si ottiene con un’autorizzazione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane, che può facilitare l’operatività delle imprese che esportano o importano.
Con il “luogo approvato”, le merci possono essere sdoganate dove si trovano (in azienda, in magazzino, in deposito), evitando spostamenti per raggiungere un ufficio doganale. Le dichiarazioni doganali vengono inviate in via telematica, e la dogana può decidere se controllare le merci nel luogo dove sono situate.
A partire dal 1° maggio 2016, il regime del luogo approvato ha sostituito la precedente procedura di “domiciliazione doganale”, mantenendone però lo stesso spirito: semplificare e velocizzare i processi.
Per le aziende, usare un luogo approvato significa:
In sintesi: meno burocrazia, più controllo e maggiore efficienza nei flussi logistici.
Il regime può essere applicato sia in import che in export, offrendo vantaggi significativi in entrambi i casi:
Per avere l’autorizzazione al luogo approvato, bisogna fare richiesta all’Ufficio delle Dogane competente rispetto al luogo, dimostrando che:
L’impresa deve rivolgersi all’Ufficio delle Dogane territorialmente
competente, presentando una domanda corredata da:
Il percorso autorizzativo può includere sopralluoghi, verifiche documentali e test operativi per dimostrare la capacità dell’impresa di gestire correttamente il regime.
Il luogo approvato è molto più di una semplificazione burocratica: è uno strumento concreto per aumentare l’efficienza, ridurre i costi operativi e migliorare la competitività internazionale. Le imprese che esportano o importano regolarmente dovrebbero valutare con attenzione questa opportunità.
“Considerazioni di Michele Magnani, doganalista, SGS STELLA OPERAZIONI DOGANALI”:
La ns società gestisce un centinaio di luoghi approvati per conto delle imprese che operano sul mercato internazionale. Fino ad alcuni anni fa la scelta di operare con tali modalità, in esportazione, era dettata principalmente da ragioni di carattere fiscale, ovvero essere in possesso delle dichiarazioni doganali e monitorarne la chiusura, ai fini della legittimazione della non imponibilità iva. Oggi l’esigenza che rileviamo è molto più ampia; si tratta di poter gestire il rischio legato agli adempimenti doganali con riferimento alle restrizioni, alle sanzioni internazionali e alle sanzioni che ne possono derivare sia esportazione che in importazione. Per la nostra esperienza, le aziende che iniziano a gestire direttamente gli adempimenti doganali non ritornano più sulle proprie decisioni. |
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