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Adamo Venturelli, un 'friniate doc' alla guida dell'eccellenza Vis Hydraulics

11/07/2018

Nei pavullesi, i discendenti di un'antica e gloriosa popolazione preromana, i Ligures Friniates, che abitò queste zone dell'appennino tosco-emiliano comprese tra le valli del Secchia e del Panaro circa 23 secoli fa, rimangono ancora oggi tracce di quell'antica tenacia e fierezza. Abbiamo avuto la fortuna di intervistare un friniate-pavullese doc, Adamo Venturelli, che ha fatto della sua azienda, la Vis Hydraulics, motivo di grande orgoglio.

Il 9 giugno scorso l’aeroporto Paolucci di Pavullo ha vissuto un momento importante: è entrato in servizio il terzo hangar. Le risorse economiche di questa nuova ‘infrastruttura’, quantificate in 350mila euro, sono state erogate da Vis Hydraulics. Che cosa l’ha spinta a questa ‘donazione’?
"La nostra azienda, la Vis Hydraulics, è un’azienda di Pavullo fatta da pavullesi. Siamo nati nel 2009, nel momento peggiore possibile in cui dare vita a un’attività imprenditoriale in un settore, quello dell’oleodinamica, che stava crollando. Eppure ce l’abbiamo fatta, non solo siamo sopravvissuti, ma forti della 'pellaccia' che proprio grazie al complicatissimo contesto in cui siamo partiti ci siamo fatti, siamo cresciuti con slancio e raccolto importanti risultati a livello mondiale. Di tutto questo riconosco gran parte del merito ai nostri collaboratori, donne e uomini di eccezionali qualità umane e professionali; loro per primi si sono messi in gioco, hanno creduto in questo progetto folle e alla fine… eccoci qui. La gran parte della nostra forza lavoro è nata e cresciuta in queste terre: Pavullo in primis ma di fatto attingiamo a tutto il territorio del Frignano. Da imprenditore e da pavullese, provo enorme riconoscenza per il mio paese per avermi dato queste persone straordinarie che hanno determinato il successo della nostra azienda. Ed ecco quindi come arriviamo all’hangar per l’Elisoccorso: non la considero un’opera di beneficenza, ma un atto di riconoscenza e di gratitudine per Pavullo e per i suoi abitanti. Conosco da tempo Roberto Gianaroli, presidente dell’Aeroclub di Pavullo, e con lui e grazie a lui siamo riusciti a ideare, confezionare e realizzare questa importantissima opera. In realtà se guardiamo ai dati relativi all’operatività dell’Elisoccorso di base a Pavullo ci rendiamo conto che i destinatari di questa opera sono tutti gli abitanti dell’Emilia-Romagna, visto che l’elicottero del 118 è in grado di coprire tutta la regione. Questo ci inorgoglisce ancora di più".

Responsabilità sociale di impresa. Che cosa significa per lei questa ‘etichetta’ con cui si è soliti ricomprendere iniziative come quella che l’hanno coinvolta di recente a proposito dell’aeroporto Paolucci? Quanto è importante la comunità locale per Vis Hydraulics?
"È un dato di fatto che al giorno d’oggi le realtà industriali come la nostra sono parte integrante della comunità di cui fanno parte. Non solo per il fatto di garantire un reddito a numerose famiglie del territorio, ma proprio per quanto spiegavo poc’anzi: è uno scambio dare-avere, è un circolo virtuoso che coinvolge non solo i nostri dipendenti ma tutta la comunità di Pavullo e del Frignano. Numerose sono infatti le imprese locali, grandi o piccole, alle quali da sempre ci appoggiamo e che rappresentano un importante punto di riferimento a supporto del nostro modello di business. Collaboriamo con gli istituti superiori locali organizzando nel corso dell’anno scolastico percorsi formativi tramite stage e tirocini in aree aziendali pertinenti al corso di studi dei ragazzi. Da sempre collaboriamo con associazioni locali di volontariato e lavoriamo con loro a progetti specifici. Insomma le interazioni con Pavullo e il contesto circostante sono un tratto caratterizzante della nostra azienda. La responsabilità sociale d’impresa è stata quindi uno sbocco naturale. Devo ammettere che questa propensione non viene necessariamente dall’alto, dalla direzione, ma fa parte del Dna dei nostri collaboratori. Tantissime sono state negli anni le iniziative in questo senso nate e promosse dai nostri ragazzi, a dimostrazione del fatto che l’attenzione e la sensibilità per i bisogni della comunità partono in prima battuta da loro. Questa per me è stata una bellissima sorpresa e una conferma che il patrimonio umano a cui la Vis Hydraulics può attingere è di altissimo livello. L’opera che abbiamo realizzato all’aeroporto è forse la più importante e la più imponente sino ad ora: è il suggello di quello che posso definire il comune sentimento di tutto il personale Vis".

Vis Hydraulics nasce nel 2009, l’annus horribilis della recessione globale e un anno sicuramente non facile anche per il settore idraulico. Qual è oggi la situazione dell’azienda? Ci può fornire qualche dato?
"La Vis attualmente è in salute. Certo non dimentichiamo i primi anni durissimi, con un mercato che stentava a ripartire e il segno meno che perdurava in fondo ai bilanci. Non ci siamo abbattuti però, e abbiamo portato avanti con forza e determinazione il nostro progetto. Una delle chiavi del nostro successo è stata quella di puntare sin dal primo giorno sull'internazionalizzazione: oggi realizziamo il 25% del nostro fatturato in Italia, il 40% nel resto d’Europa e oltre il 35% in mercati extra-europei. Crediamo che questa sia la strada da percorrere anche per il futuro, di conseguenza è in questa direzione che ci stiamo muovendo per espandere il nostro business. Riteniamo che l'innovazione dei prodotti e dei processi sia fondamentale per rimanere competitivi, e quindi su questa direttrice dirigiamo gli investimenti. La Vis attualmente dà lavoro a circa 180 dipendenti, di cui 130 sono donne di età media intorno ai 30 anni. Puntiamo tanto sui giovani e sulle donne, lo abbiamo fatto sin dal primo giorno. Sono loro la nostra marcia in più".

Industria 4.0. Che cosa vede Vis Hydraulics dietro questa rivoluzione industriale?
Io credo nelle evoluzioni e non nelle rivoluzioni. La quarta rivoluzione industriale è un processo avviato già alcuni fa che ha preso una decisa accelerazione con l’avvento della digitalizzazione. Credo che sia un’importante opportunità per le nostre imprese: abbiamo a disposizione strumenti evoluti per migliorare non solo i nostri processi ma anche il controllo degli stessi. Uno spot televisivo di qualche tempo fa recitava 'la potenza è nulla senza controllo': niente di più vero. Adesso veramente c’è la possibilità di controllare, pianificare e quindi ottimizzare i processi produttivi per consentire alle aziende una gestione ottimale di tutte le risorse e per minimizzare gli sprechi e le inefficienze. Ciò, in ultima analisi, porta a un miglior servizio al cliente, a un miglior controllo della qualità dei prodotti e a un miglioramento di tutti gli indicatori aziendali. Insomma è un treno che sta passando, e che non bisogna farsi scappare".

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