Manca poco all'inizio della diciannovesima edizione del Festival Filosofia. Il 13, 14 e 15 settembre, la kermesse, che come da tradizione si riverserà nelle piazze di Modena, Carpi e Sassuolo, avrà al centro della sua speculazione la categoria Persona. Confindustria Emilia, finanziatore istituzionale accanto a Regione e Camera di Commercio, si ritaglia all'interno della tre giorni due eventi di spessore: la lectio magistralis di Enrico Giovannini e la mostra del Gruppo Giovani Imprenditori su Olivetti. Farenews ha intervistato il direttore scientifico del Festival Daniele Francesconi.
Festival
Filosofia edizione numero 19: siamo al cospetto di una formula alchemica
sempiterna, di un modello rodato e mai logoro. Qual è il segreto di questa
inossidabilità?
"La
formula non si logora perché il cuore pulsante del festival sono e saranno
sempre le idee. All'interno della nostra comunità c'è un'insopprimibile
esigenza di aggiornamento culturale che non sempre
ottiene risposta dagli organismi istituzionali naturalmente deputati a
favorire sapere e conoscenza. Penso per esempio alla scuola, ma non solo a
essa. Credo che lo stesso sistema mediatico potrebbe fare di più, senza farsi schiacciare dal rullo
delle variazioni orarie delle notizie. Accanto a queste ragioni, tematiche,
ce ne sono altre, però, che aiutano la kermesse a resistere a mode e tempi
cattivi. Le città, Modena, Carpi e Sassuolo, si sono appropriate del
festival. Non sono un semplice palcoscenico degli eventi in programma, ma con
gli eventi interagiscono, dialogano, fanno sintesi".
'Persona'
sarà il filo conduttore della tre giorni. Con quali e quanti livelli di
indagine sarà sminuzzato il tema?
"Con
i nostri autori terremo insieme due livelli di indagine: uno esistenziale
e uno politico. Sul piano esistenziale sappiamo che persona è una
categoria di lunga gittata nella storia del pensiero occidentale. La
caratteristica primigenia della persona è di essere incarnata e incorporata.
Persona è qualcosa di concreto, è l'unione di un corpo e di un nome proprio.
Ognuno di noi, in quanto persona, è un singolo concretamente individuato in
virtù del rapporto con il prossimo. Il concetto di persona, dunque, che pure
tiene in sé una visione di essenzialità profonda e intimismo, è soprattutto
relazione.
Sul piano politico, persona è la base giuridica e concettuale su cui innestano
i diritti universali dell'uomo. Facendola assai breve, e saltando al secondo
Dopoguerra, non possiamo fare a meno di citare la Dichiarazione universale dei
diritti umani e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti
dell'uomo. In questi due manifesti, che sono il pilastro della civiltà
politico-giuridica occidentale, autonomia e dignità degli esseri umani vengono
sottolineati a più riprese, in modo netto e inequivocabile. Vero è, purtroppo,
che nei nostri mondi e nella nostra contemporaneità spesso si assiste a una
negazione della persona e delle sue personalità. Viviamo un presente in cui
crescenti strati della nostra società sono privati di una effettiva
riconoscibilità: soggetti senza identità, oggettivati in nuove e preoccupanti
forme di sfruttamento. La strada da fare, per queste categorie, è ancora tanta
e irta di ostacoli".
Nel
secolo passato sul concetto di persona si sono avversati due -ismi di
grande suggestione: capitalismo e comunismo. Il teatro prediletto dello scontro
era la fabbrica. Cosa rimane oggi, in tempi di rivoluzione tecnologica e di
Industria 4.0, di quella dialettica?
"Il
tema dei diritti del lavoro non è scomparso. La società odierna è assai mutata,
non c'è più una rigida divisione in classi, ma c'è una organizzazione
atomistica e singolarizzata. I rapporti sociali solidi così come si
estrinsecavano nella società del capitalismo classico sono stati sostituiti da
relazioni liquide tra persone e singoli: questa dinamica rende molto
difficile la comprensione e il governo dei processi sociali, è piuttosto
evidente. Mi verrebbe poi da aggiungere che il conflitto di classe appare
superato perché l'agenda dei riconoscimenti dei diritti del lavoro si basa su
nuovi e irripetibili casi. Sulla scorta di questa agenda i corpi intermedi
dovrebbero evolvere e cominciare a fare una partita che non sia votata più alla
sola conservazione dell'esistente. L'altra grande frontiera che il mondo del
lavoro nel suo complesso si trova a gestire è il rapporto tra produzione e
persone. L'intelligenza artificiale e l'Industria 4.0 hanno sancito lo
slittamento della competenza dall'uomo in carne e ossa alla macchina. Le
competenze, in altri termini, si sono extracorporizzate. Al contempo, è
indubbio che il fattore umano, pur in presenza di modelli produttivi sempre più
sofisticati e "intelligenti", non potrà mai essere completamente
espunto. Si dovrà andare necessariamente verso una collaborazione tra
intelligenza artificiale e intelligenza umana".
Confindustria
Emilia si conferma un sostenitore importante per il Festival, non solo dal
punto di vista economico. Ne sono prova i due eventi in programma: la lectio
magistralis di Enrico Giovannini e la mostra del Gruppo Giovani Imprenditori su
Olivetti.
"Il
Festival, pur in una dimensione internazionale, è una piattaforma locale: dal localismo
trae linfa e al contesto locale ridà stimoli e ricchezze culturali. Sempre di
più, ci rendiamo conto che partnership come quella posta in essere con Confindustria
Emilia non sono riduttivamente l'erogazione di un contributo. La regia
concettuale del festival è prerogativa del comitato scientifico ma la
creatura artistica che ogni anno va in scena è il frutto di una sinergia che
mette insieme tutti gli attori del territorio, inclusi gli enti economici e
istituzionali. Avere un attrito positivo sulla realtà è il nostro primario
obiettivo, e con questo obiettivo continueremo a lavorare negli anni a
venire".