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Il futuro delle aziende dipende dalla corretta gestione delle strategie di sourcing

21/04/2020

Sono diverse le impreseitaliane che da qualche anno stanno rivedendo le decisioni che le avevanoportate a realizzare una quota consistente della propria produzione,direttamente o ricorrendo a fornitori, nei paesi del Far East. Dall’analisicondotta da un gruppo di ricercatori operanti negli atenei italiani, alla qualeaderisce anche l’Università di Bologna, è emerso che tra le motivazioni piùfrequentemente addotte per giustificare il riavvicinamento delle produzioni siriscontra la necessità di rafforzare il posizionamento della propria offertaattraverso l’affermazione dell’origine: aspetto non trascurabile soprattuttonei comparti nei quali il made in Italy costituisce un notevole elemento divalore. C’è poi l’esigenza di assicurare una maggiore qualità del servizio, nonsempre garantita dalle imprese localizzate in Estremo Oriente. Tra lemotivazioni che stanno spingendo verso il back shoring c’è anche ilvenir meno dei differenziali di costo rispetto alla produzione nazionale. Lacausa è il rapido incremento del costo del lavoro in quelle aree in cui sonostate localizzate le produzioni e la crescita delle spese logistiche,soprattutto per quanto riguarda il trasporto e lo stoccaggio, determinate dallalontananza dai siti di produzione.   

Se questa ricerca fosseripetuta oggi, a seguito della diffusione del Covid-19, i dati farebberoemergere un’altra significativa causa del ripensamento del modello diapprovvigionamento globale: i rischi insiti in una supply chain lunga edistante. L’emergenza che stiamo vivendo ha aperto a un processo dideglobalizzazione, mettendo in evidenza quanto sia importante riappropriarsidel controllo diretto delle attività per garantire la continuità produttiva.Sono infatti molte le imprese che in questi primi mesi del 2020 sono statecostrette a ricorrere a un recovery plan per fare fronte allo shockmanifatturiero causato dalla carenza di materiali provenienti da stabilimentilocalizzati in quelle aree che per prime hanno conosciuto lo sviluppo delvirus. Se in alcuni casi il mantenimento dell’operatività di queste aziende èstato possibile in tempi relativamente brevi e con aggravi di costosopportabili, in altri ha determinano importanti crisi, riassorbibilipresumibilmente solo nel lungo periodo.   

La pandemia globalehareso dunque ancora più evidente quanto le operazioni di offshoringespongano a rischi più che a un ipotetico risparmio sulla produzione. E se inquesto momento è senza dubbio inutile recriminare sul passato, possiamosfruttare l’emergenza per prepararci al futuro e mettere a punto sistemi digestione delle supply chain più vantaggiosi sul lungo periodo esoprattutto più resilienti.   

Abbiamo però bisogno dirisposte rapide ed efficaci anche nell’immediato. È necessario quindi attivare tuttii livelli della filiera operativa: a partire dal cliente finale e dal canaledistributivo, devono essere riviste le previsioni di vendita così da riuscire aidentificare con maggiore precisione le priorità e i fabbisogni reali. Solo inquesto modo sarà possibile pianificare, insieme ai dealer, le possibili azionidi riequilibrio delle vendite. Essenziale anche il dialogo con i fornitori peranalizzare le capacità produttive disponibili e attivare ricerche perindividuare nuove fonti, nelle aree meno colpite dell’emergenza, in grado diintegrare la copertura dei fabbisogni. Il flusso dei materiali deve inoltreessere reso trasparente per far emergere le accidentali giacenze chesolitamente si vanno accumulando come buffer cautelativi tra i diversistadi, sia interni sia esterni, della filiera. In una situazione di emergenzacome quella che stiamo vivendo, infine, potrebbe rivelarsi utile l’utilizzo dimateriali e componenti originariamente destinati al post-vendita per riuscire acontinuare l’attività produttiva, salvo ricostituire al più presto le scorteper garantire la normale sicurezza della gestione.

Sia nello scenarioattuale che in quello futuro, il Gruppo Varvel si pone come partnerideale per quelle aziende che vogliono poter contare su una supply chainaffidabile e che sono spinte da esigenze di qualità e controllo del prodotto. L’importanteesperienza e la produzione 100% italiana sono i punti chiave della affidabilità targata Varvel.

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