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Come leggere i bilanci nell’anno del Covid

27/01/2021

Cristina Balbo, direttore regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo
Stefania Bergamaschi, direttore commerciale Imprese Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo

Il mix di scelte strategiche su costi fissi e debito e gli effetti economico-finanziari derivanti dall’emergenza Covid-19 incideranno in maniera profonda sui bilanci 2020 delle aziende. La preoccupazione delle imprese è che i tradizionali indicatori quantitativi non siano sufficienti, in questo periodo molto complesso, a comprendere lo stato di salute dell’impresa e a poterne programmare il futuro. La collaborazione con gli istituti di credito sarà più che mai necessaria, ma sarà importante trovare soluzioni maggiormente adeguate alle difficoltà che si stanno vivendo. Il tema è così fortemente sentito che al workshop organizzato in videoconferenza da Confindustria Emilia con Banca Intesa Sanpaolo, il 26 gennaio, hanno partecipato oltre 170 aziende associate.

“I presupposti di questo incontro sono nati poco meno di un anno fa quando, con Cristina Balbo e Stefania Bergamaschi, ci siamo trovate a condividere la stessa preoccupazione, cioè come avremmo affrontato l’analisi dei bilanci e il problema del rating di un anno così anomalo”, ha spiegato il direttore di Confindustria Emilia Tiziana Ferrari, aprendo l’incontro. “Abbiamo condiviso anche la necessità di trovare soluzioni oltre ai criteri ordinari di valutazione del rating, perché la situazione di ordinario non aveva proprio nulla. Mai come in questo anno si è reso evidente che il mondo delle imprese è il cuore e il motore del Paese: non ci siamo mai fermati e quando lo abbiamo fatto è stato perché ci è stato imposto”. 

“In tutto questo, il sistema del credito è un elemento critico per il prossimo futuro”, ha sottolineato Ferrari, “perché è indubbio che anche qui ci sono state sofferenze, anche le imprese più forti hanno avuto un appesantimento, e sono state tarpate le ali a progetti di sviluppo e di crescita che il nostro territorio aveva, e che sta comunque cercando di portare avanti con grande impegno, nonostante tutto. Di fronte alle nostre preoccupazioni abbiamo trovato un interlocutore attento. Il nostro compito, a questo punto, era chiaro: creare le condizioni per alimentare un canale di informazione corretto e trasparente tra la banca e le imprese”.

“Accanto al nostro primo impegno, il sostegno finanziario alle imprese”, ricorda Cristina Balbo, direttore regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo, “fin da subito, ci è stato chiaro che uno dei temi più importanti da affrontare sarebbe stato la lettura, oggi, dei bilanci di un 2020 che è stato impattato in modo molto pesante dagli effetti del Covid, così come lo saranno anche i bilanci 2021. I dati di bilancio sono un elemento imprescindibile per la stretta regolamentazione a cui è sottoposto il sistema bancario. Ci siamo perciò impegnati a integrare la loro lettura attraverso, da una parte, la raccolta di tutta una serie di informazioni qualitative che aiutano a ‘far parlare’ i numeri e, dall’altra, l’approfondimento della visione prospettica dei progetti per il futuro dell’impresa. Questa modalità di raccolta delle informazioni ha bisogno del dialogo: la banca e l’impresa devono prendersi il tempo di ragionare insieme e scandagliare tutte le informazioni che possono essere utili. Ma è un processo indispensabile, soprattutto in tempi come questi dove i dati quantitativi non sono sufficienti a raccontare la vera situazione di un’azienda e soprattutto le sue prospettive future”. 

Giovanni Foresti, della direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha approfondito la situazione dell’Emilia-Romagna nel contesto nazionale e internazionale dell’anno appena passato. È stato messo in luce il calo dell’export in tutte le province della regione, con l’unica eccezione di Parma, grazie al traino di agro-alimentare e farmaceutica, a dimostrazione che il settore agroalimentare è stato uno dei meno impattati dalla crisi, insieme al farmaceutico e biomedicale. Tutti gli altri settori, seppur con andamenti diversi, hanno avuto una flessione. Ma le prospettive per l’export della regione, che in questi ultimi anni è diventata la prima per propensione alle esportazioni, sono positive, grazie all’attesa ripresa del commercio internazionale.

“La crisi innescata dalla pandemia è destinata a condizionare pesantemente l’equilibrio economico-finanziario di molte imprese italiane", commenta Foresti. "Le misure di sostegno varate dal governo e l’intervento del sistema bancario hanno sostanzialmente annullato il maggior fabbisogno di liquidità, ma hanno solo marginalmente attenuato il peggioramento delle condizioni patrimoniali. È infatti destinata a salire la leva finanziaria delle imprese, anche se si collocherà su livelli inferiori rispetto a quanto osservato durante la crisi del debito sovrano. Tra i settori più colpiti la filiera del turismo. Nel biennio 2021-2022 gli stimoli fiscali resteranno particolarmente alti e potranno sostenere, almeno in parte, la ripresa degli investimenti e favorire la transizione green e digitale, sostenendo alcuni importanti settori di specializzazione dell’Emilia-Romagna. Per crescita attesa spiccano in particolare automotive, meccanica ed elettrotecnica, seguiti da prodotti in metallo, prodotti e materiali da costruzione ed eettronica”. 

“L’incontro di oggi vuole mettere l’accento sugli elementi che impatteranno maggiormente sui dati di natura qualitativa e quantitativa del sistema dei rating; l’obiettivo è disegnare il profilo di quello che costituisce uno dei pilastri delle nostre valutazioni di merito creditizio”, spiega Irene Folegatti, specialista Crediti Direzione Regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo. E conclude Michele Carestiato, responsabile Crediti Direzione Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo: “Per leggere bene il bilancio del 2019, che siamo consapevoli essere ormai un passato distante, riteniamo sia necessario lavorare insieme all’imprenditore, per approfondire i dati che ci consentono di cogliere gli elementi di novità accaduti nel 2020 e soprattutto quelli che caratterizzeranno l’evoluzione del 2021. Questo perché Intesa Sanpaolo è determinata a rimanere presente e non ostaggio di una lettura storicizzata: per usare una metafora non vogliamo una lettura “da specchietto retrovisore”, ma piuttosto guardare prospettive future, anche per mezzo di business plan,  per evitare che la lettura sia troppo legata ad eventi pro-clici derivanti dagli impatti negativi della pandemia covid-19”.

È stato quindi ribadito come, per comprendere lo stato di salute dell’impresa e poterne programmare il futuro, sia necessario fornire alla banca strumenti come un business plan mediamente a tre anni, che si integreranno con i tradizionali indicatori, che da soli non saranno più sufficienti.

“Il lavoro di tutti i colleghi sul territorio è fondamentale, così come lo è la relazione che essi instaurano con gli imprenditori: serve per mettere nero su bianco quegli elementi importanti che non vengono catturati dal modello ma che comunque possono dare delle indicazioni fondamentali per l’attribuzione del rating”, conclude Stefania Bergamaschi, direttore commerciale Imprese Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo. “Si tratta, in fondo, di elementi che contribuiscono a valutare più efficacemente i piani di sviluppo dell'impresa, in un percorso che ci vede non solo osservatori ma partner dell’imprenditore, attenti alle sue esigenze e pronti a fornire il supporto e i servizi più adeguati”.

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