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Procedura di Export Control: non solo per difendersi dalle Sanzioni contro la Russia

22/01/2025

Confindustria Emilia spiega la procedura di Export Control

La risposta europea e quella americana all’invasione russa dell’Ucraina si è concretizzata in un apparato di norme, che inizialmente ha colpito le imprese che commerciavano con Russia o Bielorussia, poi si è esteso per colpire gli operatori che hanno un ruolo nell’elusione delle restrizioni all’esportazione verso la Russia.

Dal quattordicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia

Ecco allora che dalla scorsa estate la lotta all’elusione delle norme ha avuto un’accelerazione con il quattordicesimo pacchetto di sanzioni alla Russia, che ha imposto alle imprese esportatrici – che non ce l’avevano già – l’urgenza di introdurre una procedura di export control.

La Commissione Europea ha precisato che non esiste una procedura che vada bene per tutte le imprese, ciascuna deve adoperarsi per mappare il rischio che le proprie esportazioni, destinate a tutti i Paesi del mondo tranne quelli partner – siano deviate verso Russia o Bielorussia.

- leggi anche Le Sanzioni Russia possono colpirti anche se non vendi direttamente in Russia

La Procedura Export Control inizia con il risk assesment

La procedura di Export Control parte quindi con un risk assesment, che dovrà considerare:

  • la tipologia di prodotti esportati (se attenzionati o meno dall’UE e come, se contengono componenti di origine statunitense ecc.)
  • il tipo di clienti (utilizzatori finali, rivenditori ecc.)
  • la resa della merce (gestita dall’esportatore o EXW)
  • i paesi di destinazione e di transito
  • la storicità delle relazioni con il cliente ecc.

A fronte dei rischi mappati per le varie operazioni è necessario adottare delle misure per mitigarli, come ad esempio clausole da inserire nei contratti, screening delle parti (è prassi ormai diffusa la richiesta di informazioni ai clienti circa i soci e gli amministratori della società) sui database messi a disposizione dall’Unione Europea, e possibilmente anche dall’OFAC statunitense (Office of Foreign Assets Control).

Export Control per mitigare il rischio di ogni esportazione

Le attività di mitigazione del rischio da adottare a ogni esportazione devono sempre essere accompagnate da un’attenta gestione dell’operazione, che rilevi se vengono utilizzati percorsi di trasporto insoliti, o schemi finanziari complessi e ingiustificati.

Un buon punto di partenza per analizzare la rischiosità dell’esportazione dei prodotti è rappresentato dalle domande:

  • Le merci che voglio esportare sono soggette a sanzioni UE o a norme di controllo delle esportazioni/importazioni?
  • I beni sono inclusi nell'elenco dei beni comuni ad alta priorità o nell'elenco dei beni economicamente critici?
  • I beni contengono componenti che hanno maggiori probabilità di essere smontati e utilizzati per scopi non previsti?

Se l’esportazione riguarda prodotti la cui vendita in Russia o Bielorussia è vietata, gli operatori dell’UE devono fare tutto il possibile affinché le operazioni non vengano dirottate verso la Russia. 

Per determinati prodotti poi, la riesportazione verso i due Paesi deve essere vietata per contratto; ad esempio, una clausola può obbligare l'importatore situato in un paese terzo a non esportare le merci in questione in Russia o Bielorussia e a non rivenderle a partner commerciali terzi a meno che tali partner non si impegnino a non esportare le merci in questione in Russia o Bielorussia. 

La stessa Commissione Europea ha suggerito un testo per queste clausole contrattuali, ma ciascuna azienda dovrà adattare i contratti e le relative clausole ai propri casi specifici.

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Esportazione: lo Screening delle controparti commerciali

Lo screening delle controparti commerciali deve essere fatto ad un livello di approfondimento dipendente dal rischio dell’operazione: a titolo di esempio, su controparti commerciali che erano clienti dell’esportatore prima dell’invasione russa dell’Ucraina i controlli dovranno focalizzarsi su eventuali variazioni nella compagine societaria, o intensificarsi in caso di situazioni commerciali anomale.

Quando invece si entra in contatto con un nuovo cliente, lo screening deve essere più approfondito, e devono essere stabilite alcune red flags che devono generare allerta: transazioni con intermediari che non hanno alcun senso economico o che non operano nel settore, nuovi clienti/transazioni con società situate in paesi noti come “hub di elusione”, transito attraverso questi paesi, strutture societarie o fiduciarie complesse legate a paesi amici della Russia, o la cui complessità non è giustificata dal profilo commerciale del cliente, società cliente costituita di recente, o collegata con un'entità sanzionata o persone sanzionate, mancanza di un sito web se non è la prassi del settore ecc.

Procedura di Export Control con Confindustria Emilia

Gestire il controllo delle esportazioni può sembrare complesso, ma con il giusto supporto diventa più semplice. Come ogni procedura aziendale, richiede azioni concrete: definire ruoli e responsabilità, documentare le attività e stabilire processi di controllo.

Confindustria Emilia Area Centro mette a disposizione la sua Area Internazionalizzazione per guidare le imprese in questo percorso. Dalla formazione del personale alla definizione delle procedure, Confindustria offre il supporto necessario per affrontare con successo gli aspetti operativi del controllo delle esportazioni.

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