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Carlo Bonomi: "Emilia-Romagna esempio virtuoso per tutto il Paese"

06/09/2023

Un momento di confronto per fare il punto sul territorio emiliano, con le sue tante realtà virtuose e imprese che si contraddistinguono per prodotti sempre più unici e innovativi. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, è stato intervistato da da Giampaolo Colletti, collaboratore del Sole24Ore e direttore di StartupItalia. E le sue parole non hanno lasciato indifferente la platea degli imprenditori di Farete 2023.

Sostenibilità. "La sostenibilità ambientale non può prescindere da quella sociale ed economica. È un percorso ineludibile, ma attenzione a non farne una battaglia ideologica staccata dalla realtà. Dobbiamo diventare più bravi a raccontare quello che già da decenni nei nostri impianti produttivi facciamo. Ricordiamoci tutti che, come sistema Paese, siamo secondi al mondo per il riciclo dei rifiuti industriali”.

Internazionalizzazione.
“Con oltre 600 miliardi di esportazioni è di tutta evidenza che l’export sia la vera spina dorsale della nostra economia. Oggi quando si parla di internazionalizzazione non si può però prescindere dalla ridefinizione delle catene di fornitura: c’è la necessità di cercare nel mondo nuovi player strategici. La guerra in Ucraina e altre tempeste mondiali hanno dimostrato la necessità di un nuovo modello di sviluppo. Ma per rimanere competitivi abbiamo bisogno di investire. Investire per agganciare la transizione ambientale, energetica e tecnologica. Senza manifattura non c’è Italia e non c’è Europa”.

Infrastrutture
. “L’affaire Monte Bianco evidenzia in modo plastico un problema atavico di questo Paese: le infrastrutture. In mancanza di connessioni le nostre imprese non lavorano, senza lavoro non cresce il Paese e non cresce il benessere della nostra società. L’Emilia-Romagna, nel suo funzionamento, al netto delle tare del sistema Paese, è un esempio virtuoso per tutti noi imprenditori. Ognuno di noi ha molto da imparare dal complessivo modello di sviluppo di questa regione”.

P come produttività.
“In Italia il vocabolario si sfoglia dalla lettera A alla lettera O. Peccato che alla lettera P ci sia il tema nient’affatto banale della produttività. Questo Paese non ha una politica industriale degna di questo nome capace di mettere al centro proprio la produttività. La manifattura italiana è quella che in assoluto, a livello europeo, ha riconosciuto aumenti salariali più alti pur in presenza di incrementi percentuali del Mol più bassi. Chiedete ai colleghi francesi, tedeschi e spagnoli come sono andate le cose per loro…”. 

Formazione e Pnrr.
“Il Pnrr è una grande opportunità se qualcosa si smuoverà anche e soprattutto nel mondo della scuola e della formazione. Abbiamo purtroppo un sistema formativo ancorato al Novecento. Oggi dovremmo avere il coraggio di rimettere nel perimetro delle fabbriche la scuola e fare di tutto per diventare nei confronti dei nostri ragazzi più attrattivi”.

Una presidenza
fatta di orgoglio. “Questi quattro anni sono volati e devo dire che il tempo di annoiarmi non l’ho avuto. Lasciatemi dire che vado orgoglioso di quello che i miei colleghi fanno ogni giorno nelle loro aziende. Come durante la pandemia, quando 7mila imprese hanno messo a disposizione spazi e stabilimenti per la campagna vaccinale. Senso di appartenenza e orgoglio, le due parole chiave della mia avventura confindustriale”.

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