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Industria X.0: oltre la quarta rivoluzione industriale c’è Hpe Coxa

26/02/2018

È convinzione pressoché unanime che l’industria digitale (Industry 4.0) sia l’unico futuro possibile per la manifattura del nostro Paese. Per Hpe Coxa, azienda modenese specializzata in engineering per i settori automotive, motorsport e automation solution, questa convinzione, se possibile, è a uno stadio ancora più avanzato: la rivoluzione digitale non solo è una realtà compiuta, che vive e opera dentro lo stabilimento, ma è già in una fase di “evoluzione”.

Il patto d’acciaio Accenture-Hpe Coxa. L’azienda fondata da Piero Ferrari, dando fiato a una collaborazione di lunga data con la multinazionale americana Accenture, che ha prodotto i suoi migliori frutti con la creazione di tre laboratori d’eccellenza come il Machining Innovation Lab, il centro di ricerca Metal Additive e il centro per il testing dei motori, ha ulteriormente aumentato la posta in gioco inaugurando, mercoledì 7 febbraio presso la sua sede di via Raimondo dalla Costa, un centro di innovazione dedicato all’Industry X.0 (da leggere tassativamente “Industry ics punto zero”). Industry X.0 è un progetto di sviluppo e innovazione che ha l’ambizione di incrementare l’attuale Industry 4.0. “Ics” come l’incognita, perché per reinventare l’industria italiana e darle la possibilità di tornare a recitare una parte importante nell’economia globale, occorre non darsi limiti di “scalabilità”.

Un modello tecnologico per il distretto. Il centro modenese, in prospettiva, offrirà a tutte le aziende del distretto la possibilità di approfondire soluzioni IoT e trarre vantaggio dalle ultime tecnologie additive. I clienti avranno accesso a diverse strutture e servizi, come workshop focalizzati sull’Industrial Design Thinking o aree di esperienza IoT per showcase tecnologici, oltre che a ecosistemi regionali in grado di collegarli a importanti partner tecnologici, società di ricerca e start-up industriali.

Con il centro sviluppato internamente ad Hpe Coxa, gli “hub tecnologici” con cui Accenture ha ampliato il suo “Industry X.0 Innovation Network” diventano 23. Su questo network ramificato in tutto il mondo Accenture sta investendo la bellezza 1,4 miliardi di dollari.
«La posizione strategica di cui godiamo, al centro della motorvalley, ci ha permesso di sviluppare relazioni privilegiate con i più importanti player dell’area», ha sottolineato Andrea Bozzoli, ad di Hpe Coxa. «Le dimensioni contenute dell’azienda, in termini di volumi, e la completa integrazione delle fasi di sviluppo prodotto, seppur in un contesto di alta complessità dal punto di vista tecnologico, sono gli ingredienti perfetti per caratterizzare l’azienda come laboratorio di sperimentazione per soluzioni innovative che possono essere trasferite su applicazioni di più larga scala. I dati e la loro comprensione sono il nostro pane quotidiano. Il 25% del nostro fatturato deriva proprio dalla gestione e dall’elaborazione di questi dati. Nei prossimi due anni contiamo di portare la quota percentuale al 35%».

«Il vento è cambiato, siamo in una fase di grande mobilitazione culturale», ha precisato il presidente di Confindustria Digitale Elio Catania intervenuto tra i relatori nella giornata inaugurale del centro. «La leadership imprenditoriale e politica di questo Paese ha capito che, per fare due esempi di stretta attualità, la banda ultralarga e l’Industria 4.0, sono temi di politica industriale prioritari. Non c’è più un approccio fatalista alla materia. Mi compiaccio del fatto che in realtà imprenditoriali come Hpe Coxa si stia andando addirittura oltre il modello originale. Questa azienda è un esempio virtuoso della riscossa digitale in atto nel nostro Paese».

«Il nuovo Industrial IoT Innovation network porterà le imprese del settore nella prossima fase dell’era digitale», ha spiegato il presidente e ad di Accenture Italia, Fabio Benasso. «Accenture continua a dedicare grande attenzione all’Italia, non solo e non tanto perché è il secondo Paese manifatturiero della Ue ma soprattutto per la sua proverbiale capacità di adattarsi ai cambiamenti con slancio e creatività».

Live connected factory. Dal 2015 a oggi Hpe Coxa ha investito circa 20 milioni di euro in questa scommessa tecnologica (il fatturato medio dell’azienda negli ultimi anni si attesta sui 35 milioni di euro). Su 250 dipendenti 180 sono ingegneri. «Le nostre università sono affamate di impresa», ha aggiunto Bozzoli. «Occorre però andarci dentro le università e creare le condizioni giuste perché la contaminazione abbia inizio. Pensare come 30 anni fa che l’innovazione te la fai in casa non ha più senso. La nuova filosofia con cui forgiare le nostre aziende è improntata alla “opening innovation”? Ben vengano dunque legami doppi con università, centri di ricerca e multinazionali della consulenza».

Avendo la possibilità di un rapido tour in Hpe-Coxa ci si rende conto che lo slogan di benvenuto con cui si è aperta l’inaugurazione del centro (“live connected factory”) non è solo una teoria. Smartwatches, smartglasses e le avveniristiche macchine che assommano su di sé le funzioni di una fresa e di una stampante 3D sono già parte della “catena di montaggio” quotidiana. Anche perché il passaggio dall’idea al manufatto da testare, quando si parla di clienti appartenenti all’automotive o all’aerospazio, è fondamentale che sia assai veloce: 48 ore massimo di sviluppo contro il mese e passa delle tecnologie ante Industria 4.0. Ma il problema, nel caso di Hpe Coxa, non si pone: ammesso che l’Industria 4.0 sia già stata messa in archivio l’Industria X.0 è ormai sdoganata.

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