Il Nostro Team
Comunicazioni tecniche
Eventi
Fare News
Imprese Associate
{{ fifthTitle }}

Mercato costruzioni: Cresme, in Emilia centrale investimenti per 9 miliardi

15/10/2024

L’Emilia-Romagna, come ci ricorda Unioncamere, è una delle regioni italiane con il maggiore potenziale economico, con Bologna (che da sola vale il 26% del Pil regionale), Modena e Ferrara che rappresentano una delle aree emiliano-romagnole economicamente più forti. Proprio dello sviluppo e della attrattività di questi tre territori si è parlato durante la quinta assemblea annuale di Ance Emilia, tenutasi nella terza giornata del Saie a Bolognafiere.               

Per l’occasione è stata presentata la ricerca di Cresme in collaborazione con Ance Emilia: “Area Emilia Centro 2040. Attrattività, competitività e sviluppo dei territori di Bologna, Modena e Ferrara. Dimensioni, caratteri e dinamiche del mercato delle costruzioni, delle opere pubbliche dell’immobiliare a livello territoriale”. Ance Emilia, nata nel 2019 dalla fusione di Ance Bologna, Ance Ferrara e Ance Modena, è la prima associazione di costruttori del sistema confindustriale regionale e raggruppa circa 400 imprese.

Secondo la ricerca, la sola area territoriale delle tre province di Bologna, Modena e Ferrara, con una popolazione di circa 2 milioni di abitanti, ha un valore economico di circa 73 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 4,5% della ricchezza complessiva prodotta nel territorio italiano.

Per quanto riguarda il settore delle costruzioni
, nell’area di Emilia Centro gli investimenti nel comparto sono pari a poco più di 9 miliardi di euro, che rappresentano il 44% del totale regionale e il 4% del totale nazionale. Bologna, Modena e Ferrara sono realtà territoriali dinamiche, in cui coesistono poli manifatturieri e produttivi avanzati e centri universitari di eccellenza. A ciò si aggiunge il fattore turismo, che crea conseguentemente nuovi paradigmi di convivenza e porta a un ripensamento delle città e delle relative esigenze abitative. La rigenerazione urbana è stata il focus principale della tavola rotonda a cui hanno partecipato, oltre a Leonardo Fornaciari, presidente di Ance Emilia, Raffaele Laudani, assessore all’Urbanistica del Comune di Bologna, Laura Lieto, vicensindaco e assessore all’Urbanistica del Comune di Napoli e Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica del Comune di Roma.

“Vi è grande attesa per i lavori attualmente in corso in Parlamento sul nuovo testo di legge della rigenerazione urbana. In passato, sono stati ben 76, in 26 anni, i tentativi falliti per avere una nuova legge urbanistica. Dalla nostra tavola rotonda qui al Saie è emerso con chiarezza che il tema della rigenerazione urbana è più che mai cruciale per il settore delle costruzioni”, ha affermato Leonardo Fornaciari. “L’Italia è all’ultimo posto in Europa per numero di nuove abitazioni costruite. Mentre la popolazione diminuisce, le famiglie crescono e la questione abitativa, in molte città italiane, è al centro del dibattito. Siamo nel settimo ciclo edilizio dal secondo Dopoguerra e siamo ormai entrati, da tempo, in quello che viene definito il primo ciclo dell’ambiente costruito. Il 73% del valore della produzione delle costruzioni è fatto di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio esistente. E le nuove direttive europee ci impongono nuovi obiettivi in termini di performance energetiche per i nostri edifici: performance che si possono raggiungere solo intervenendo sul patrimonio costruito. Non è più possibile rinviare una legge organica sulla rigenerazione urbana”.

Bologna, Modena e Ferrara, le tre province ricomprese sotto il cappello di Ance Emilia, condividono in larga parte le stesse tensioni abitative. “La coesistenza di poli manifatturieri e produttivi avanzati con centri universitari”, continua con il suo ragionamento Fornaciari, “creano nuovi paradigmi di convivenza che si muovono tra l’attrazione di nuovi studenti e di cervelli in città, tra le ambizioni di crescita e di inserimento nel sistema industriale e produttivo e tra le esigenze del turismo e del commercio locale”. È evidente che gli affitti brevi “rubano il campo alla residenza stabile, mentre si prova a dare risposta a queste tensioni, rivolgendo giustamente il pensiero alle cosiddette fasce grigie e alla promozione di edilizia Ers”.

Al contempo, conclude il presidente di Ance Emilia, “si è di fronte alla amara constatazione che né gli studenti, né le fasce grigie, ma nemmeno altre fasce di popolazione più abbienti trovano una casa adatta alle loro esigenze. È evidente che il problema di fondo è uno stock di offerta abitativa insufficiente, a tutti i livelli. Ben venga, dunque, sperando che sia la volta buona, una legge nazionale che dia spinta alla rigenerazione urbana. Ma per non rischiare che resti lettera morta, sarà assolutamente necessario accompagnarla con premialità per chi rigenera, con incentivi e agevolazioni fiscali. Se lo Stato non mette una dote finanziaria adeguata, la rigenerazione urbana delle nostre città non decollerà”.

Altri Articoli di Fare news