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Marco Moscatti: “L’impresa non si impara solo sui libri”

24/07/2023

Dallo scorso 28 giugno Marco Moscatti subentra a Michele Poggipolini come presidente del Gruppo Giovani per il mandato 2023-2027
Dallo scorso 28 giugno Marco Moscatti subentra a Michele Poggipolini come presidente del Gruppo Giovani per il mandato 2023-2027
Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia
Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia

di Generoso Verrusio

Innovazione nella tradizione: quello che di primo acchito sembra uno slogan trito e ritrito è, in realtà, la pietra angolare del programma di mandato del neoeletto presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia, Marco Moscatti. Che di claim e formule stereotipate, lascia intendere, non ne vuol sentire parlare. “La lucidità è una virtù essenziale nell’era dell’intelligenza artificiale, e non potrebbe esserci lucidità senza conoscenza storica da una parte e cultura della tradizione dall’altra. Un invito: non perdiamo di vista il focus del nostro gruppo e della nostra associazione. Abbiamo bisogno di rinnovare la partecipazione, fare squadra, condividere storie ed esperienze di lavoro che, in un contesto di amicizia, diventano anche esperienze di vita”.

La stretta di mano al posto della call.
“Beh, direi proprio di sì. La pandemia ci ha allontanato. La nuova realtà post-pandemia esige una messa in discussione dello standard nelle relazioni umane e professionali: una comunità pragmatica cresce solo se crede all’apertura, e non certo alle distanze, ai blocchi e ai conflitti. E il coinvolgimento di ciascuno si ottiene se ci sono la lealtà e la solidarietà alla base della scommessa e del patto di comunità”.

Oltre a te la squadra del direttivo si compone di cinque vicepresidenti e nove consiglieri.
“Luca Avagliano, Annalisa Po, Laura Zanasi, Andrea Franceschelli e Mariastella Mancini sono i vicepresidenti. Siamo una squadra con competenze e sensibilità diverse. Insieme ai consiglieri eletti, Paolo Acquaderni, Riccardo Altobello, Leonardo Borghi, Simone Checcoli, Maria Eleonora Missere, Silvia Pecorari, Francesco Possati, Federica Reverberi e Rexhina Saraci ci caleremo nei nostri tre territori di provenienza dando il massimo in termini di impegno e operatività. C’è l’azienda, prima di tutto, ma c’è anche un contesto associativo che ci dà tanto e a cui ci sentiamo legati. Ci fa crescere come individui e come imprenditori. L’associazione siamo noi, imprenditori junior e senior, e la nostra volontà di contribuire al territorio crescendo insieme”.

In cosa consiste il tuo programma?
“Affinché il nostro gruppo costituisca e sia percepito sempre più come un movimento vitale occorre coinvolgere nei progetti gli oltre 360 giovani imprenditori iscritti, evitando di calare le decisioni dall’alto. Se posso permettermi una semplificazione, dico che l’autorevolezza non si guadagna con l’autoritarismo. Da imprenditori lo abbiamo capito nelle nostre aziende, non ci sfugge la differenza. Venendo al merito della domanda: la nostra missione è contribuire alla formazione della prossima generazione imprenditoriale. Questo obiettivo lo raggiungeremo tramite iniziative di formazione per noi giovani imprenditori, ma anche diffondendo la cultura d’impresa nelle scuole e nelle università. Sarà essenziale il dialogo costante con i senior di Confindustria Emilia, con intraprendenza e propositività sui temi del passaggio generazionale, delle nuove tecnologie e con un rinnovato stile nel modo di intendere il lavoro. Già a settembre, ad esempio, abbiamo in programma un evento interessante”.

Ovvero?
“A BolognaFiere, in occasione di Farete, il 7 settembre terremo un convegno sull’intelligenza artificiale e le relative opportunità e implicazioni per le imprese e per la società. Il titolo sarà “A.I. 2023! La sfida dell’uomo”. Il programma sarà ufficializzato a breve, anticipo solo che integreremo le demo applicative con gli interventi di autori di riferimento nel panorama internazionale che permetteranno al pubblico di orientarsi ed esplorare questo tema di straordinaria attualità”.

Ci chiarisci meglio cosa intendi quando parli della formazione della prossima generazione imprenditoriale?
“Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. Questo adagio non è mio ma di Luigi Einaudi, padre del liberalismo italiano. E credo che colpisca nel segno ancora oggi. L’imprenditore è colui che nonostante tutte le difficoltà ottiene un risultato per la propria azienda e per la sua comunità di riferimento. Noi giovani imprenditori abbiamo davanti una sfida epocale: navigare nella volatilità, nell’incertezza, nella complessità e nell’ambiguità, eppure portare valore a tutti i nostri interlocutori. In questa missione non siamo soli, la società italiana è un ribollire di nuove istanze e di nuovi protagonisti”.

Il tema del passaggio generazionale non passerà mai di moda.
“E come potrebbe? È lì che si gioca il futuro di tante aziende italiane. Managerializzare va bene, ma non ci si può fermare a questo. Conti in ordine, bilanci a posto, commesse a lungo termine, fornitori selezionati e sistemati nel database… e poi? Chi si occupa del sogno imprenditoriale e della strategia di lungo periodo nelle nostre aziende? Dove vogliamo andare, non dico domani, ma tra 10-20-30 anni? Poi c’è una cosa che vorrei aggiungere per completare il ragionamento”.

Che cosa?
“I fondamentali economici dell’Emilia-Romagna sono solidi. Chi vuole fare impresa in questa regione trova condizioni strategiche ottimali. Per continuare a prosperare, però, occorre che nascano nuove imprese in affiancamento a quelle esistenti. Tra 20 anni non basterà appoggiarsi sulle eccellenze attuali, occorrerà avere costruito un tessuto di nuove aziende, startup, e poter contare su nuovi attori imprenditoriali protagonisti delle sfide dell’avvenire”.

Qual è il valore di cui si avvantaggia chi frequenta il Gruppo Giovani Imprenditori?
“La certezza di trovare un milieu culturale unico in cui i problemi e le opportunità, anziché essere visti come personali, divengono elementi di dibattito e ciascuno ha modo di esplorare in modo nuovo le questioni che incontra nella propria esperienza. Non dimentichiamo che il confronto e l’esperienza costituiscono un’integrazione essenziale per la formazione scolastica e accademica”.

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